Tra i tanti dubbi da sciogliere con la prossima legge di bilancio 2018 resta da capire quali misure riusciranno effettivamente a favorire il rilancio della previdenza per le giovani generazioni. Allo stato attuale si è parlato di numerosi interventi, ma appare difficile che tutti possano riuscire a trovare un adeguato finanziamento. Si parte con la creazione di una pensione di garanzia, sulla quale si sono focalizzati diversi tavoli già intercorsi tra Governo e Organizzazioni sindacali. Si tratta di garantire uno zoccolo duro per chi è inserito all'interno del sistema contributivo puro, così come già avviene nel sistema misto con le Pensioni minime.
Ma tra le tante opzioni di flessibilità allo studio vi sarebbe anche la possibilità di riscattare gratuitamente il proprio percorso di laurea. Infine, ha fatto parlare molto negli ultimi giorni il possibile taglio del cuneo fiscale attraverso il ricorso alla decontribuzione, che dovrebbe servire a rilanciare l'occupazione giovanile e quindi a stabilizzare le carriere di chi si trova ad entrare oggi nel mercato del lavoro.
Riforma pensioni, si punta ad irrobustire la previdenza complementare
Al fianco degli interventi appena delineati, vi è poi in preparazione un intervento di riforma finalizzato a favorire l'adesione e la contribuzione alla previdenza complementare. Da un lato attraverso le misure già varate con il recente DL concorrenza, ammettendo ad esempio la possibilità di utilizzare anche solo una parte del TFR per alimentare la propria posizione.
Dall'altro garantendo l'accesso al proprio montante davanti a situazioni di disagio in età avanzata, come avviene ad esempio nel caso della RITA (rendita integrativa temporanea anticipata). Il mix di misure dovrebbe riuscire a convincere chi ancora si mostra scettico sul secondo pilastro, fermo restando che i continui cambiamenti normativi (non sempre giunti in senso migliorativo) hanno contribuito nel recente passato a creare un clima d'incertezza in molti giovani lavoratori.
Un elemento su cui riflettere, se si pensa che proprio i giovani sono coloro che potrebbero beneficiare maggiormente dall'apertura di un fondo pensione.
Le proiezioni sui futuri assegni dei giovani ed il distacco con i padri
D'altra parte, che la situazione al momento non appaia rosea per le giovani generazioni, ed in particolare per i nati successivi all'anno 1980, è cosa praticamente certa.
Secondo le ultime proiezioni, i cosiddetti Millennials rischiano di andare in pensione dopo i 70 anni, con oltre un quinquennio in più di lavoro rispetto ai propri genitori. Un dato che da solo rende l'idea di quanto sia importante intervenire subito e con strumenti efficaci sul problema.
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