Ci siamo quasi, il 15 novembre l’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato metterà fine ad un discorso, quello dei diplomati magistrale ante 2002 in Gae, che si trascina ormai da troppi anni. La vicenda sembrava essersi già incanalata su dei binari chiari ad aprile dello scorso anno quando venne data indicazione proprio dalla Plenaria di inserire tutti i docenti in questione nelle Graduatorie ad Esaurimento in via cautelare. L’intera vicenda potrebbe però essere arrivata ad un punto di chiusura inaspettato.

Il Consiglio di Stato cambia idea?

Secondo quanto riportato dal quotidiano Italia Oggi, la VI sezione del Consiglio di Stato avrebbe cambiato parere circa l’inserimento in Gae dei Diplomati Magistrale e l’esito della Planaria potrebbe essere, in ultima battuta, negativo.

Una sentenza questa che coglierebbe un po’ tutti di sorpresa, insegnanti, sindacati e forse anche il Miur che fin qui aveva praticamente perso tutte le battaglie giudiziarie in materia. Il Miur starebbe già da tempo valutando un nuovo piano d’assunzione proprio per poter collocare tutti i ricorrenti (un esempio è la proposta del potenziamento per la Scuola dell’infanzia).

Il perché alla base del ripensamento

Secondo quanto riportato dal quotidiano, le motivazioni dell’improvvisa inversione di rotta sono da ricercarsi non tanto nel numero molto elevato di insegnati che dovrebbero poi essere collocati in ruolo in virtù di una mancata partecipazione alla Fase C di due anni fa, quanto al numero di ‘nuovi insegnanti’, cioè tutte quelle persone che hanno fatto valere il proprio diploma solo dopo l’avvio del ricorso al Consiglio di Stato ma che in realtà non hai mai svolto il ruolo di insegnante.

Il rischio ipotizzato sarebbe quello di ritrovarsi con moltissimi insegnanti che non hanno mai svolto la pratica e che sono temporalmente lontani dal periodo di formazione scolastica.

Adunanza Plenaria, tra meno di due mesi la verità

Risulta però difficile pensare che il parere della Plenaria possa essere così mutato rispetto alla sentenza del 27 aprile dello scorso anno.

In più non ci sono stati più pronunciamenti ufficiali sulla questione da parte della VI sezione del Consiglio di Stato che avvalorino la tesi di un ripensamento con conseguente esito negativo finale. La verità potrebbe verificarsi a metà strada, con un inserimento controllato, magari solo di quei docenti che hanno realmente svolto il lavoro di insegnanti prima dell’inizio di questa vicenda.Fatto sta che le migliaia di insegnanti coinvolti rimangono in attesa del 15 novembre, forse un po’ più impauriti rispetto a qualche giorno fa. Un data, questa, che potrebbe catapultarli verso il ruolo oppure rispedirli al mondo delle supplenze brevi.