Dopo il nuovo tavolo di discussione tra Governo e Sindacati dello scorso 30 agosto abbiamo intervistato il Segretario Confederale della Uil Domenico Proietti, per fare il punto della situazione sulla FASE 2 della riforma previdenziale e sull’andamento del confronto in essere. Il dibattito si presenta come molto acceso e mentre su alcuni punti sembra esserci una convergenza di intenti, su altre istanze le posizioni appaiono ancora distanti. Prima di entrare nel merito dell'intervista facciamo quindi il punto della situazione ricordando ai lettori che entro la prima metà di questo mese sono in programma altri due tavoli negoziali tra esecutivo e parti sociali riguardanti il tema delle Pensioni, rispettivamente il prossimo giovedì 7 e mercoledì 13 settembre 2017.
Nel primo caso si discuterà delle misure già approvate con la legge di bilancio 2017, come ad esempio l'APE sociale e la Quota 41, mentre il 13/09 si affronterà la delicata questione della Governance Inps, un tema sul quale i sindacati chiedono da tempo un intervento. Per quanto riguarda invece il precedente incontro, si è parlato di pensioni di garanzia per i giovani e di rilancio della previdenza complementare - integrativa.
L'intervista al Segretario Confederale UIL Domenico Proietti
L’appuntamento dello scorso mercoledì ha visto la ripresa dei lavori con il Governo. Quali sono le richieste della Uil e le priorità che verranno evidenziate durante i prossimi incontri del 7 e 13 settembre?
L’impegno della UIL è quello di reintrodurre equità e flessibilità nel nostro sistema pensionistico.
Con l’ultima legge di Bilancio si sono ottenuti positivi risultati: l’APE Sociale, le ricongiunzioni gratuite, la pensione anticipata per i lavoratori precoci con 41 anni di contributi, la semplificazione della normativa sugli usuranti, l’estensione della 14ma per un milione e quattrocentocinquantamila ulteriori pensionati e l’equiparazione della no tax area dei pensionati a quella dei dipendenti.
Nella riunione del 30 agosto il Governo ha accolto la nostra richiesta di dare certezza al futuro pensionistico dei giovani e di rilanciare la Previdenza complementare attraverso l’estensione anche ai lavoratori del settore pubblico della fiscalità incentivante. Nei prossimi incontri sosterremo la necessità del ripristino della piena perequazione dei trattamenti pensionistici, di varare una riforma della governance dell’INPS che metta fine, dopo nove anni, dell’uomo solo al comando, e separare la spesa previdenziale da quella assistenziale.
Tra le proposte di flessibilità più interessanti si è parlato molto di una possibile opzione APE Donna. Quale scopo si pone la misura e quali sono le prospettive di realizzo?
L’attuale sistema previdenziale penalizza fortemente le donne, la UIL ha posto con determinazione la necessità di rimuovere queste disparità attraverso un bonus di retribuzione figurativa per la maternità e per i lavori di cura. Ciò consentirebbe di anticipare equamente l’età di accesso al pensionamento delle donne e di garantire anche un’adeguatezza della futura pensione.
Parliamo infine dell’aspettativa di vita. La questione della sua sterilizzazione al 2019 sembra essere uno dei punti più complicati da risolvere. Perché per la Uil è così importante e quali sono le proposte del sindacato al riguardo?
Aumentare ulteriormente l’età di accesso alla pensione, secondo noi, costituisce una crudeltà nei confronti dei lavoratori. In Italia si accede alla pensione mediamente 3 anni sopra rispetto alla media europea, per questa ragione non è ammissibile un ulteriore innalzamento. La UIL propone il congelamento dell’incremento previsto nel 2019 ed al contempo di avviare uno studio sul reale legame all’aspettativa di vita nei diversi settori lavorativi. Non tutti i lavori infatti hanno la stessa aspettativa di vita e sarebbe ingiusto proseguire con un sistema che penalizza maggiormente i lavori particolarmente gravosi e faticosi. Sull’insieme di questi temi la UIL si aspetta dal Governo e dal Parlamento precise risposte nella direzione dell’equità e della giustizia sociale.
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