I fondi per la proroga di Opzione Donna fino al 2018 ci sarebbero e il Governo Gentiloni dovrebbe utilizzarli nell'ambito della fase due della riforma Pensioni su cui il dibattito prosegue ormai da tempo. E' questo, in sintesi, quanto ha dichiarato oggi (13 settembre), prima dell'incontro dei sindacati in via Veneto a Roma con il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti, il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo. Sula stessa lunghezza d'onda della Uil ci sarebbero comunque anche gli altri sindacati più rappresentativi come la Cgil e la Cisl visto che sulla questione previdenziale hanno già presentato una piattaforma unitaria durante il confronto sulla fase uno con il Governo Renzi.
Pensioni, la Uil rilancia la battaglia per la proroga di Opzione donna
Quella per la proroga o la stabilizzazione del regime sperimentale di Opzione Donna per la pensione anticipata delle lavoratrici col sistema contributivo è una battaglia che viene portata avanti da tempo sia su Facebook da diversi gruppi e comitati ad hoc sia in ambito parlamentare e che si è riaccesa in questi giorni mentre prosegue il confronto tra l'esecutivo e le parti sociali in vista della discussione della legge di Bilancio 2018. Sulla proroga di Opzione donna, nonostante le diverse sollecitazioni provenienti da più parti a livello parlamentare, sia da parte di parlamentari di maggioranza sia di opposizione, ancora nessuna risposta da parte dell'esecutivo.
I fondi ci sono già secondo Carmelo Barbagallo che replica a Tito Boeri
"A tutti coloro che hanno detto in questi giorni che non serve che le donne vadano prima in pensione - ha dichiarato oggi il leader della Uil prima dell'incontro nella sede del ministero del Lavoro in via Veneto a Roma - io ricordo che sono stati già stati messi da parte molti soldi per l'Opzione Donna e - ha sottolineato - non sono stati utilizzati".
Una replica indiretta alle dichiarazioni del presidente dell'Istituto nazionale per la previdenza sociale, Tito Boeri, che nei giorni scorsi ha puntato il dito contro le proposte dei sindacati e in particolare della Uil sulla probabile riduzione dei requisiti anagrafici per l'accesso al pensionamento delle donne. "Le risorse - ha rimarcato il leader della Uil - ci sarebbero insomma".
A rilanciare ieri la battaglia per la stabilizzazione di Opzione Donna anche il deputato di Sinistra italiana-Possibile, Andrea Maestri, che sulla questione ha presentato un'interrogazione parlamentare al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali.