La previsione è presto fatta: nel giro di quattro anni, mezzo milione di dipendenti della Pubblica Amministrazione andrà in pensione. Cifra che potrebbe salire di almeno 100mila unità, considerando la possibile - e molto probabile - migrazione di dipendenti dalla Pa al privato. Cosi facendo, si attuerebbe il tanto desiderato e invocato cambio generazionale all'interno degli uffici dei vari enti sparsi sul territorio nazionale.
500mila verso la pensione
La rivoluzione nella Pubblica Amministrazione potrebbe partire da un maxi-concorso, che darebbe il via al prima citato 'ringiovanimento del personale pubblico'.
Si parla di 100-150 mila posti ripartiti nel corso di quattro o cinque anni. Potrebbero - stando all'annuncio di Angelo Rughetti ( sottosegretario alla Funzione Pubblica) - subentrare dunque nuovi dipendenti, con una fascia d'età che si attesta attorno i 30-32 anni d'età. Tale operazione, andrebbe ad implementare le numerose iniziative a favore dei più giovani, come per esempio sgravi contributivi per le aziende che assumono i 'meno esperti'. Tornando al maxi-concorso, i possibili nuovi ingressi dovrebbero passare da nuove tipologie di concorsi, forse suddivisi in più fasi, e con requisiti d'ammissione più alti rispetto al passato. E' chiaro che si deve ringiovanire, ma non perdere in termini di professionalità ed abilità tecniche.
Nuove assunzioni in arrivo nella Pubblica Amministrazione?
Le nuove assunzioni nella Pubblica Amministrazione andranno inoltre ad influire sul costo del personale, negli ultimi anni in calo. I nuovi arrivati potrebbero effettivamente "gravare" meno nelle tasche dello stato (che deve adesso far fronte con i molti contratti dei dipendenti pubblichi che stanno per scadere).
I 500 mila dipendenti in pensione potrebbero essere "trasformati" anche in più posti di lavoro - all'interno della Pubblica Amministrazione - rispetto a quelli che lasceranno. Pare di capire però che non si assumerà "tanto per assumere", ma secondo le reali necessità che la Pubblica Amministrazione presenta. L'obiettivo dovrebbe infatti essere quello di soddisfare le richieste dei cittadini, che in più occasioni, nel recente passato, hanno mostrato contrarietà per un sistema pubblico abbastanza deficitario.
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