Non tutti i lavori sono uguali, soprattutto come logorio e fatica, questo è un dato oggettivo. Si tratta di una realtà di cui si parla quotidianamente perché risulta uno dei motivi per i quali sindacati ed altri soggetti chiedono al Governo alcuni provvedimenti previdenziali. È il caso dell’aspettativa di vita che per molti andrebbe bloccata per quanto concerne il quasi certo innalzamento delle sogli di accesso per la pensione di vecchiaia nel 2019. Nel documento unitario che i sindacati hanno mandato al Governo, con tutte le loro richieste, sull’aumento di età si chiede all’Esecutivo di considerare le differenti tipologie di lavoro svolte, perché lavorare fino a 67 anni non può essere uguale per tutti.
Ci sono lavori pesanti che sono sconsigliati e rischiosi per chi è più in là con gli anni. Una novità in questo senso è rappresentata da un decreto appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale (il 3 ottobre) e riguarda i cosiddetti lavori usuranti. Un decreto che di fatto semplifica le modalità di accesso alla pensione con 61 anni e 7 mesi di età.
La misura in sintesi
La pensione per usuranti è una speciale prestazione pensionistica anticipata che si rivolge a soggetti che svolgono particolari attività. Palombari, lavoratori in cave e miniere, autisti di mezzi pesanti per trasporto di persone (da 10 posti in su), soggetti che prestano mansioni legate al trattamento dell’amianto o presso forni ad alta temperatura, operai delle linee a catena, ma anche lavoratori che svolgono la loro attività nelle ore notturne, dalle 22:00 di sera alle 5:00 del mattino.
Queste le categorie per le quali l’Inps prevede una pensione anticipata con quota 97,6, o meglio con 35 anni di contributi ed almeno 61 anni e 7 mesi di età. Fino ad oggi la pensione con questa formula prevedeva lo slittamento della sua decorrenza di 12 o 18 mesi per via delle finestre mobili e soprattutto, il collegamento di essa all’aspettativa di vita.
In pratica, come per le altre più comuni prestazioni erogate dall’Inps (la pensione di vecchiaia per esempio) l’aumento della vita media degli italiani avrebbe provocato un innalzamento dell’età utile alla pensione anche per i lavori usuranti.
Le modifiche appena ufficializzate
Il decreto del ministero del Lavoro uscito il 20 settembre, ha ottenuto la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il 3 ottobre e, pertanto, le modifiche da esso previste, sono definitive.
In pratica, viene cancellato il vincolo delle finestre mobili e pertanto, coloro che richiederanno la pensione anticipata, si vedranno pagare la pensione dal 1° giorno del mese successivo a quello in cui si centrano i requisiti. altra modifica molto importante è il blocco degli scatti in avanti secondo l’aspettativa di vita. Il decreto prevede che fino al 2025, nessun aumento di età pensionabile sarà applicato alla misura. Resta il vincolo che l’attività usurante debba essere svolta per almeno la metà della vita lavorativa del soggetto richiedente, o in alternativa, per 7 degli ultimi 10 anni di lavoro.
Meno adempimenti
Modifiche sostanziali ed importanti dal punto di vista tecnico, ma ce ne sono altre che vanno nella direzione della semplificazione per quanto riguarda gli adempimenti necessari in sede di presentazione della domanda.
Il decreto prevede che chi ha iniziato a lavorare in attività usuranti dopo l’11 gennaio del 2008, non dovrà produrre alcuna documentazione che certifichi la tipologia di lavoro. Infatti, grazie alle banche dati, sarà l’Inps ad adoperarsi per verificare la reale corrispondenza del soggetto richiedente, con i requisiti necessari. Per chi ha iniziato prima, invece, basterà presentare il proprio libretto di lavoro, oppure quello matricola. Per tutti comunque sarà necessario presentare il contratto di lavoro, quello con indicate le mansioni svolte ed, eventualmente, le maggiorazioni stipendiali dovute alle prestazioni di lavoro notturno.