Continua la battaglia delle organizzazioni sindacali che continuano ad incalzare al Governo Gentiloni sugli interventi da inserire nella Legge di Stabilità che entrerà in vigore a partire dal prossimo primo gennaio 2018. Si tratta di alcuni temi rimasti irrisolti con la precedente manovra finanziaria oltre al nuovo problema inerente il blocco dell'aumento dell'età pensionabile dovuto all'adeguamento dei requisiti ai dati Istat.

I sindacati pronti a mobilitazione

Il Premier sembrerebbe concentrato sulla pensione di garanzia per le giovani generazioni e sul riconoscimento dei lavori di cura e assistenza per le lavoratrici.

Dopo la nota di aggiornamento del Def, il nuovo documento di economia e finanza, il Governo intende procedere con cautela visto che, le risorse finanziarie potrebbero essere insufficienti. A preoccupare di più, sono le recenti dichiarazioni del Presidente dei magistrati contabili Arturo Martucci, il quale avrebbe dichiarato la necessità di seguire le rigide norme dettate dalla Riforma Monti-Fornero; cosa che chiuderebbe definitivamente il capitolo sul blocco dell'adeguamento dei requisiti alla speranza di vita.

Ecco le richieste della parti sociali

È questo il motivo principale che spinge i sindacati ad avviare la mobilitazione prevista per giorno 14 ottobre davanti le sedi delle prefetture delle varie provincie italiane.

Le tre sigle confederali Cgil, Cisl e Uil, infatti, sarebbero già pronte a chiedere ulteriori correttivi in merito all'estensione dell'Ape Sociale e del meccanismo di Quota 41 oltre allo stop dell'aumento dell'età pensionabile. I sindacati, infatti, chiederanno un monitoraggio delle domande presentate per i due benefici previdenziali al fine di introdurre nuovi correttivi nella prossima Legge di Stabilità.

"Non è solo un tema di risorse perché il blocco dell'aumento dell'età non ha dei costi ma è una scelta politica", ha spiegato il segretario generale della Cgil Susanna Camusso.

Nella mobilitazione verrà dato spazio anche al famigerato meccanismo della Quota 100 tanto sbandierato dal Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano che introdurrebbe l'uscita anticipata a partire dai 62 anni di età anagrafica accompagnati dai 38 anni di versamenti contributivi.

Le richieste dei sindacati, inoltre, dovrebbero concentrarsi anche sul tema lavoro e sugli ammortizzatori sociali. "Noi ci saremo. Come sempre. E in tanti parteciperemo alle manifestazioni che saranno organizzati in tutti i territori", ha aggiunto il segretario genereale dello Spi-Cgil.