Appare sempre più come una partita a scacchi il confronto fra governo e sindacati sull'aspettativa di vita. Se i dati Istat sembravano aver chiuso definitivamente qualsiasi eventuale iniziativa successiva, le dichiarazioni di importanti rappresentanti del Partito democratico, fra cui quelle di Giuliano Poletti, hanno riaperto tutto. Le ultime notizie confermano dell'appuntamento fissato per il 2 novembre fra l'esecutivo Gentiloni e i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil. Intanto, si avvicina il giorno della manifestazione del gruppo "Opzione Donna Proroga al 2018", su iniziativa di Silvia Antonelli, appoggiata da Giulia Molinaro e Vania Barboni.
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Convocazione dei sindacati per discutere sulle pensioni
Il 2 novembre potrebbe essere una giornata chiave sotto tanti punti di vista. A partire dalle possibilità di una vera apertura sulla revisione dell'aspettativa di vita, come richiesto dalle sigle sindacali in tempi non sospetti, protesta fatta propria da numerosi esponenti del Pd, fra cui anche il ministro Martina. Se è valido il principio "vivo di più, lavoro di più", deve essere altrettanto chiaro il fatto che non tutti hanno lo stesso lavoro e non tutti possono avere la stessa speranza di vita.
Quanto chiedono i sindacati è il blocco dell'aspettativa di vita per chi svolge lavori gravosi e usuranti.
Quest'ultimi lavoratori appartengono a quella categoria di persone che ha il più delle volte ha iniziato a lavorare prima degli altri e durante la settimana sono costretti a turni incessanti e mansioni faticose. La loro è una vita completamente diversa rispetto a quella - come l'esempio portato dalla Camusso - di un magistrato, che può vantare un altro tenore di vita ed ha a che fare con un lavoro che non prevede l'alzarsi alle 5 del mattino per andare magari in miniera o in cantiere.
Che la partita sull'aspettativa di vita non sia conclusa lo ripete con orgoglio anche Ivan Pedretti, il segretario confederale della Cgil. Attraverso un post su Facebook, il sindacalista ha affermato come non sia vero che i sindacati non stiano facendo nulla per le Pensioni, rivendicando anzi le ultime iniziative, le quali hanno portato ad una clamorosa riapertura nei confronti del meccanismo inserito nell'attuale legge Fornero.
Ricordiamo che qualora dovesse essere confermata la linea del governo, evidenziata da Gentiloni e Padoan, nel 2019 si andrà in pensione a 67 anni.
Intanto, l'Osservatorio dell'Inps ha pubblicato i dati riferiti al 2016 sui pensionati e i loro assegni previdenziali. In Italia, quasi il 40 per cento degli anziani e chi è in quiescenza prende una pensione di importo inferiore ai 1.000 euro. Parafrasato in numeri, si parla di 6,3 milioni di persone che vivono la loro ultima parte di vita con meno di 1.000 euro. Un altro 38 per cento invece percepisce una pensione che oscilla fra i 1.000 e 2.000 euro. Nel complesso dunque, quasi l'80 per cento dei pensionati italiani non supera i 2.000 euro di pensione, metà di questi non arriva nemmeno ai 1.000 euro.
Informazioni utili sulla manifestazione dell'8 novembre di Opzione Donna
Vi teniamo aggiornati sull'importante manifestazione che si terrà il prossimo 8 novembre (mercoledì ndr) in piazza Montecitorio a Roma e che avrà per protagoniste le lavoratrici di Opzione Donna Proroga al 2018. Dopo avervi riportato l'evento su Facebook creato da Valter Benetello, il quale consiglia a tutti di cliccare sulla funzione "mi interessa" per dare maggiore visibilità all'iniziativa, vi rendiamo conto sulle istruzioni da seguire per chi il giorno della mobilitazione arriverà a Roma in treno. Stefania Antonella Porcu invita le lavoratrici a prendere la metro A dalla stazione Termini, quindi scendere alla fermata di Piazza Barberini e da qui percorrere Via del Tritone.
In meno di 5 minuti si arriva di fronte al Parlamento. Sono attese più di 100 lavoratrici, per una giornata chiave circa il destino della proroga al prossimo anno della misura sperimentale che consente loro di andare in pensione prima dei 60 anni con 35 anni di contributi.