Dipende dall'esito della riunione di oggi fra l'esecutivo e le parti sociali il destino della fase due della riforma Pensioni. Sarà frutto dell'eventuale accordo che raggiungeranno oggi il governo e i sindacati il pacchetto di provvedimenti sul fronte pensionistico che verrà inserito nella legge di Bilancio 2018 attualmente al vaglio di Palazzo Madama. La commissione Bilancio del Senato della Repubblica, infatti, recepirà solamente la probabile intesa tra l'esecutivo e i sindacati e la tradurrà in norme per la manovra economica e finanziaria per il 2018.
A spiegarlo è stata la senatrice del Pd Magda Zanoni, relatrice del ddl di bilancio 2018.
Pensioni, Zanoni: non avrebbe senso approvare emendamenti
"Sulle pensioni - ha spiegato Magda Zanoni come riporta LaPresse - recepiremo gli accordi". Accordi che ad oggi non sono stati ancora raggiunti, a meno che non si faccia riferimento a quanto previsto nell'accordo sulla fase uno della riforma pensioni che comunque impegnava il governo a portare avanti il percorso di modifiche al sistema previdenziale. Nuovi accordi, però, potrebbero essere raggiunti durante l'incontro conclusivo tra governo e sindacati. O si raggiunge l'intesa, pare di capire, o sulla previdenza non si fa niente, la legge di Bilancio 2018 rimane quella varata dal Consiglio dei Ministri nelle scorse settimane.
"Approvare emendamenti - ha detto la senatrice Zanoni - non avrebbe senso, perché - ha aggiunto - potrebbero snaturare l'accordo raggiunto".
Oggi a Palazzo Chigi l'incontro decisivo tra esecutivo e parti sociali
In realtà gli emendamenti già presentati a Palazzo Madama riguardano questioni che pure sono incluse nell'intesa raggiunta sulla fase uno della riforma previdenziale, come la proroga di Opzione donna per la pensione anticipata delle lavoratrici e l'estensione a tutti i lavoratori precoci della Quota 41.
Per questo è di grande importanza l'incontro di oggi a Palazzo Chigi mentre prosegue l'iter parlamentare per il varo della manovra. Tra le novità in arrivo l'ampliamento dell'Anticipo pensionistico sociale e anche di quello volontario, pare di capire. Ma sembrano esserci più certezze solo per l'Ape sociale, il cui ampliamento era stato chiesto tra gli altri dal segretario del Pd Matteo Renzi dopo la diffusione dei primi dati dell'Inps che testimoniano in qualche modo le difficoltà ad accedere alla misura, tanto che su circa 65mila domande presentate più di 46mila sono state respinte e ora sono in fase di riesame.
"La possibilità di allargare l'Ape sociale - ha detto il sottosegretario all'Economia e Finanze Pier Carlo Baretta, ai microfoni di Rai News 24 - ad alcuni lavoratori è una discussione concreta che si sta facendo".