Blocco dell'adeguamento dell'età pensionabile per i lavori usuranti, ampliamento dell'Ape Sociale e del meccanismo di Quota 41 a favore dei lavoratori precoci e revisione dell'automatismo alla speranza di vita. Sono questi i punti-cardine affrontati nell'ultimo confronto fra il Governo Gentiloni e le organizzazioni sindacali.
Eccola proposta del Governo
Le misure, infatti, potrebbero prendere il sopravvento a partire dalla prossima Legge di Stabilità che entrerà in vigore nel gennaio del 2018. Come ormai tanti sanno, l'esecutivo avrebbe lanciato la sua proposta che mira al blocco dell'adeguamento dei requisiti all'aspettativa di vita solo alle undici categorie previste dalla precedente Legge di Stabilità.
Si tratta di tutti quei lavoratori che svolgono mansioni prevalentemente usuranti e faticose ai quali sarebbero stati aggiunti anche i lavoratori marittimi, i pescatori, i siderurgici e gli appartenenti al settore agricolo.
Resterebbero invariati i requisiti per l'accesso alla pensione anticipata: 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le lavoratrici di sesso femminile. Mentre per la pensione di vecchiaia, occorrerà la maturazione di almeno 66 anni e 7 mesi di età anagrafica accompagnati dai 30 anni di versamenti contributivi.
La proposta formulata dall'esecutivo, tuttavia, non avrebbe convinto il segretario generale della Cgil Susanna Camusso secondo la quale si tratterebbe di una misura insufficiente visto che, lascerebbe fuori ancora una volta le altre categorie di lavoratori che, a partire dal 2019 si vedranno aumentare di ulteriori cinque mesi l'età pensionabile.
Per questo motivo, la Cgil si sarebbe detta pronta con l'appoggio della Lega Nord a scendere nuovamente in piazza per avviare una nuova manifestazione.
Pronto l'ampliamento dell'Ape Sociale
Tra gli interventi in agenda, l'esecutivo potrebbe provvedere a rendere strutturale l'Ape Sociale, il reddito ponte fino ad un massimo di 1.500 euro mensili per rendere più agevole l'uscita delle categorie più deboli.
Non è escluso, inoltre, che l'Ape Sociale come anche il meccanismo di Quota 41 potrebbero essere estese ad una platea più ampia di lavoratori. Per le donne, infatti, si starebbe pensando ad uno sconto contributivo di sei mesi per ogni figlio fino ad un massimo di due anni. L'esecutivo, inoltre, punta sulla revisione strutturale dell'automatismo che lega i requisiti pensionistici alla speranza di vita.