Non si fa altro che continuare a parlare dell'argomento riforma Pensioni 2017, divenuto ormai tema d'attualità e che alimenta sempre discussioni tra i cittadini, soprattutto a causa delle tante incertezze perpetrate dagli addetti ai lavori che non riescono a trovare una soluzione adeguata al nostro sistema previdenziale. Dopo avervi parlato della "buona notizia" arrivata finalmente per l'APe volontaria, il vertice che c'è stato tra Governo e sindacati sabato 18 novembre qualcosa ha smosso, anche se le parti restano ancora molto distanti. Riprenderà martedì 21 novembre, infatti, il vertice, nel tentativo di trovare un'intesa soprattutto in merito all'aspettativa di vita che dal 2019 porterà l'età pensionabile a 67 anni.

Riforma pensioni: cosa cambia per i lavoratori?

I passi avanti, invece, secondo quanto riportato dal sito Pensionioggi.it, sono stati fatti sulla speranza di vita: il Governo ha dato l'ok all'esenzione delle quindici categorie di lavoratori gravosi in merito a pensione di vecchiaia e a pensione anticipata. In più, è stata garantita la costituzione di un fondo ad hoc per la proroga dell'APe social anche per il prossimo anno. Altre novità riguardano il meccanismo di calcolo dell'aspettativa di vita, di cui tanto si è discusso nei giorni scorsi, tant'è che il Governo ha avanzato una nuova proposta che però non è stata apprezzata dalle forze sindacali. Tuttavia potrebbe essere introdotta la possibilità di una riduzione di questa in caso di decremento della speranza di vita.

Nessun discorso in tema riforma pensioni 2017, almeno per il momento, relativo alla proroga dell'Opzione Donna e dell'adozione di una nona salvaguardia per gli esodati.

Riforma pensioni: l'esenzione dall'aumento dell'età pensionabile

Andando nel particolare, il governo avrebbe proposto di bloccare l'aumento di cinque mesi per 15 categorie di lavoratori: le undici gravose previste già dall'APe sociale più operai agricoli, addetti alla pesca, marittimi e siderurgici.

Per quanto concerne i requisiti: per la pensione anticipata serviranno sempre 42 anni e 10 mesi di contribuzione per gli uomini, un anno in meno per le donne; per quella di vecchiaia serviranno sempre 66 anni e 7 mesi. Ma l'esenzione sarà riconosciuta solamente se si possono verificare sette anni di lavoro gravoso negli ultimi dieci e almeno 30 anni di contribuzione.

Riforma pensioni: proroga APe sociale

Dovrebbe essere messo in piedi un fondo che consenta di prorogare l'APe social, che al momento scade nel 2018. In più ci sarebbe l'idea di estendere lo strumento anche alle quattro categorie che abbiamo aggiunto sopra, che gli permetterebbe di uscire dal lavoro con l'APe dai 63 anni a patto che vi siano 36 anni di contribuzione. Una situazione tutta da seguire, anche perché ci sono altre categorie di lavoratori che starebbero facendo pressione per ottenere l'inserimento per usufruire dello strumento.

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