Ipotesi alternativa del Governo Gentiloni per esentare alcune categorie di lavoratori dall'aumento dell'età di uscita per la pensione di vecchiaia utilizzando lo strumento della pensione anticipata, nel dettaglio dell'Ape social. Infatti, secondo quanto scrive Il Sole 24 Ore, l'ipotesi al vaglio in queste ore da parte dell'Esecutivo è quella di allungare al 2019 la sperimentazione dell'anticipo pensionistico social a quota 63 anni. Non senza implicazioni sulle quali i sindacati potrebbero esprimere le proprie perplessità. Infatti, già la misura relativa ai 15 lavori gravosi che sarebbero esentati dall'uscita a 67 anni per la pensione di vecchiaia riguarderebbe appena 4.300 contribuenti, appena il 2,18 per cento del totale dei contribuenti che annualmente vanno in pensione anticipata e di vecchiaia.

Ultime novità oggi pensione anticipata Ape social: ipotesi uscita 2019 a quota 63

Nell'incontro che si terrà oggi tra il Governo Gentiloni e i sindacati spunta, dunque, una nuova ipotesi di allungamento al 2019 della pensione anticipata con Ape social. Infatti, il Governo e i tecnici del ministeri del Lavoro e dell'Economia potrebbero proporre un'alternativa al sistema di deroga delle 15 professioni gravose per le pensioni, ovvero sperimentare l'Ape social anche nel 2019, assieme agli altri due meccanismi dell'anticipo pensionistico aziendale e volontario già confermati per quell'anno dalla legge di Bilancio 2018. La conferma di questi ultimi due strumenti di pensione anticipata deriva proprio dai ritardi nell'attuazione delle relative misure.

La conferma del pacchetto delle tre misure di pensione anticipata Ape sarebbe in linea con le intenzioni del Governo di rendere strutturale la misura di pensione anticipata a quota 63 anni, dopo il regime sperimentale del 2017 e del 2018.

Pensioni anticipate e pensione di vecchiaia: quota 63 o quota 67 nel 2019?

Tuttavia, l'ipotesi di prorogare la pensione anticipata Ape social anche al 2019 escluderebbe, secondo il quotidiano economico, l'altra ipotesi presentata nell'incontro di inizio settimana, ovvero la deroga alle 15 professioni gravose dell'aumento di età a 67 anni della pensione di vecchiaia.

Ai beneficiari di questo meccanismo di pensione anticipata si permetterebbe, pertanto, di non subire l'adeguamento automatico dell'età di uscita che rimarrebbe, pertanto, all'età di 63 anni. La platea tuttavia potrebbe essere variabile. Infatti, da quanto riporta Il Sole 24 Ore, si tornerebbe alle sole undici professioni gravose (e non quindici, con l'aggiunta di altre quattro categorie emerse nei giorni scorsi).

Ai gravosi si aggiungerebbero, comunque, i contribuenti disoccupati, i lavoratori invalidi e chi assista disabili per una platea considerata consistente e dal costo non trascurabile. Sarebbe questo il motivo per il quale un'ipotesi escluderebbe l'altra, ovvero la proroga della pensione anticipata Ape social escluderebbe la deroga alla pensione di vecchiaia a quota 67 anni delle quindici professioni gravose.