Quando andranno in pensione anticipata o di vecchiaia i contribuenti che oggi hanno 50 o 60 anni e con quale importo di pensione? Per molti contribuenti italiani questa domanda rappresenta un rebus. Infatti, in vista dell'ennesimo adeguamento dell'età di uscita in linea con la speranza di vita che porterà l'età della pensione di vecchiaia a 67 anni dal 2019 e quella della pensione anticipata a 64 anni o con oltre 43 anni di contributi, chi dovrebbe andare in pensione tra poco più di un anno non sa ancora quanto dovrà lavorare ancora prima del ritiro.

Del resto, gli incontri che si sono avuti in questa settimana tra il Governo ed i sindacati hanno confermato gli aumenti delle Pensioni del 2019, esentando solo 15 categorie di professioni gravose che non si vedranno alzare l'età di uscita per la pensione.

Ultime oggi pensioni anticipate 2017 e pensione vecchiaia: quale età uscita dal 2019?

Ma il rebus del 2019 non riguarda solo l'età di uscita per le pensioni anticipate e per la pensione di vecchiaia. Infatti, dalla speranza di vita dipendono anche i coefficienti di trasformazione, ovvero gli indici che trasformano gli stipendi percepiti durante l'ultimo mese di lavoro ed il futuro assegno di pensione. E questi coefficienti sono sempre più al ribasso, ragione per la quale le pensioni sono conseguentemente più basse.

Come se non bastasse, i coefficienti di trasformazione e gli adeguamenti dell'età di uscita per le pensioni anticipate e di vecchiaia dal 2019 avranno cadenza biennale, anziché triennale, come avvenuto finora. Ciò significa che l'età delle pensioni si alzerà più velocemente e anche il calo degli assegni avranno la stessa frequenza di aggiornamento, ma al ribasso.

Anche se più è alta l'età di uscita per la pensione, più è alto il coefficiente di trasformazione, ma chi esce oggi a 65 anni avrà una pensione di gran lunga più bassa di chi è uscito alla stessa età qualche anno fa.

Novità aumenti età uscita pensioni 2019: quale sarà l'assegno di pensione?

Età di uscita per la pensione di vecchiaia o per le pensioni anticipate sono state studiate dall'Istituto Progetica sui lavoratori che siano più prossimi alla pensione, ovvero chi oggi abbia 60 o 50 anni.

Infatti, i sessantenni di oggi potranno andare, mediamente, in pensione a 67 anni e due mesi con una speranza di vita a crescita contenuta e a 67,7 nel caso in cui questi indici salgano di molto. Per quanto riguarda l'assegno di pensione, i sessantenni che oggi portano a casa uno stipendio netto di 2.200 euro, con speranza di vita bassa avranno circa 1.900 euro di pensione (gli autonomi, però, si fermano a 1.640). Diversamente, con indici di speranza di vita alti, le pensioni saranno, rispettivamente, 1.910 e 1.646 euro mensili. I cinque mesi in più di lavoro si tradurrebbero, pertanto, in pochi euro in più mensili di pensione. Chi, invece, oggi ha cinquant'anni, in uno scenario più prudente della speranza di vita, andrà mediamente in pensione tra i 67 anni e nove mesi e i 68 anni e undici mesi.

Per quanto riguarda l'assegno mensile di pensione, un dipendente che oggi guadagna 1.800 euro mensili di stipendio avrà una pensione tra i 1.515 (scenario con bassa speranza di vita) e i 1.625 (alta speranza di vita e uscita da lavoro rimandata). Un autonomo che oggi ha 50 anni si ferma ad un range di pensione futura che va da 1.193 a 1.288 euro.