Si profilano tempi duri, una stretta senza precedenti, per i cosiddetti "furbetti" nella Pubblica amministrazione, specialmente per quelli "del weekend". Il passo dalla sospensione al licenziamento potrebbe essere molto breve. Si può restare senza stipendio da undici giorni a sei mesi, fino a due assenze ingiustificate dal posto di lavoro in continuità con i festivi e con il giorno di riposo settimanale. E' quanto prevede la bozza del nuovo contratto dei dipendenti statali, già visionato dall'Ansa. Stesso discorso per le assenze collettive "ingiustificate" nei momenti in cui si rende opportuno dare continuità al servizio.

Dal sito dell'Ansa si apprende, inoltre, che prossimamente che di fronte a "recidive", nello stesso ambito lavorativo, il passaggio successivo sarà il licenziamento con il preavviso. Il nuovo contratto, dunque, darà seguito a quanto previsto dalla Riforma Madia.

Attenzioni puntate su due 'categorie'

Saranno principalmente due le "categorie" di "furbetti" sotto osservazione: quelli che si assentano dal posto di lavoro il venerdì e il lunedì, quindi prima o dopo il fine settimana, o in prossimità di Capodanno, Primo maggio, Ferragosto, Immacolata e altre giornate festive. Attenzioni puntate anche sulle "cattive condotte", ovvero nelle assenze massicce in giornate "sensibili", come in occasione del vie alle iscrizioni alle scuole.

'Progetto di cambiamento'

Sul sito web del ministro per la Semplificazione e la pubblica amministrazione, nella sezione relativa alla riforma della Pa, si legge che l'obiettivo del Governo è ristabilire la fiducia tra cittadino e Stato. Un'azione avviata su più fronti, dalla valorizzazione dei dipendenti pubblici come "motore del cambiamento" al sostegno dello sviluppo.

La legge delega, approvata dal Parlamento, mira alla semplificazione dello Stato, per renderlo meno pesante e, soprattutto, meno complesso. Una riforma che, senza gravare più di tanto sul quadro normativo, renda maggiormente efficaci le norme esistenti. Non una "riforma di settore", bensì un "progetto di cambiamento" riguardante il Paese.

Preceduta da una consultazione sulle linee guida, con 400 mila mail di proposte e commenti, la riforma della Pubblica amministrazione si regge sulle deleghe relative alla Legge 124 del 7 agosto 2015 e sul Dl 90 del 24 giugno 2014, convertito nella Legge 114 dell'11 agosto 2014 dal Parlamento.

'Dare valore alle competenze'

Spesso la Pubblica amministrazione viene percepita come un "ostacolo", dai cittadini. Il cambiamento riguarda anche la "cittadinanza digitale", con l'introduzione di un solo "pin"; la trasparenza "open data", lo Stato come "vicino di casa", e il numero unico per le emergenze, un solo numero, il 112 europeo, per contattare Polizia, Carabinieri, Vigili del fuoco e il Pronto soccorso.

In tema di lavoratori pubblici, la riforma si pone l'obiettivo di dare valore alle competenze, eliminando in maniera perentoria gli automatismi di carriera e l'inamovibilità, con l'introduzione del ruolo unico della dirigenza. Nella sezione "riforma Pa e nuovo contratto" dello stesso sito si fa riferimento anche alle nuove assunzioni, alle piante organiche e ai fabbisogni, ai tempi certi per i concorsi e al superamento del precariato. A tal proposito, nei giorni scorsi, la ministra Marianna Madia ha firmato la circolare applicativa di ciò che è previsto dal decreto legislativo 75 del 2017, il Testo unico del pubblico impiego, in tema di lavoro flessibile nelle Pa. Definendo l'ambito di applicazione, la circolare 3 del 2017, riguarda anche il Piano triennale dei fabbisogni, la proroga dei rapporti di lavoro, i lavoratori socialmente utili.

Rimangono disciplinati dai rispettivi ordinamenti i magistrati, gli avvocati, il personale militare, quello della carriera prefettizia, il rapporto d'impiego dei professori e dei ricercatori universitari.