Le ultime notizie sulle Pensioni restano tra gli argomenti di attualità che riscuotono maggiore interesse. La motivazione risiede nel fatto che i tanti scossoni degli ultimi anni hanno generato incertezze e dubbi su quanti, avanti nell'età, spererebbero di congedarsi quanto prima dalla propria carriera lavorativa.
Pensioni: la situazione delle donne
Quelli che, soprattutto ai profani, appaiano come calcoli cervellotici generano situazioni che per molti versi possono risultare grotteschi. È ad esempio il caso della differenza che attualmente si può individuare tra le donne che sono nate nel 1952 e quelle del 1953.
Le prime, infatti, possono già considerarsi in pensione. Chi, invece, dovrà ancora faticare ancora a lungo sono coloro che sono nate nel 1953 e che dovrebbero restare occupate fino al 2020. Alla base di questa differenza ci sarebbe un gioco di requisiti variati e paletti spostati.
Se infatti fosse rimasta in vigore come età pensionabile quella di 65 anni e 7 mesi le donne impegnate sul lavoro, nate nel 1953, avrebbero potuto raggiungere la pensione già nel prossimo agosto. Invece a cambiare le cose subentreranno due nuove regole previdenziali: innanzi tutto la parità di genere. Per andare in pensione, infatti, sarà necessario, come per gli uomini, raggiungere i 66 anni e 7 mesi, arrivando quindi fino al 2019.
Ma da quell'anno in poi l'innalzamento dell'età pensionabile varrà per tutti e, partendo da questo presupposto, sarà necessario che le donne nate nel 1953 lavorino fino al 2020.
Innalzamento età pensionabile
Si tratta, naturalmente, di orizzonti che erano già noti da tempo, ma che tornano attuali nel momento in cui ci si scontra con scadenze che sono state lungamente posticipate.
Battaglie per le quali i sindacati hanno provato a lottare, trovando però la ferma opposizioni dei vari enti governativi e presidenziali che hanno posto davanti la necessità di continuare a mantenere il sistema pensionistico italiano sostenibile.
Resta, però, la beffa per una generazione di donne che dovrà lavorare molto di più rispetto a chi è nato solo un anno prima.
Non resterà però null'altro da fare che attendere fino al 2020 per potersi godere l'agognato assegno pensionistico.
A subire qualche conseguenza potrebbero essere anche i giovani che magari per altri due anni si troveranno occupati dei posti di lavoro che sarebbero potuti invece diventare loro.