Nessuna trattativa della Lega sulla riforma Pensioni. L'abolizione della legge Fornero rimane tra i punti più importanti del programma elettorale del Carroccio per le politiche del 2018. Matteo Salvini ci tiene a ribadirlo anche per marcare la differenza con i potenziali alleati della coalizione di centro-destra: Silvio Berlusconi (Forza Italia) e Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia) che nel 2011 votarono a favore della legge Fornero, come ha ricordato ieri il candidato premier del Movimento 5 stelle Luigi Di Maio. "Berlusconi e il suo partito - ha twettato ieri Luigi Di Maio - hanno votato la riforma Fornero. Una sciagura - ha ribadito ieri il candidato premier M5S che promette di cancellarla in 5 anni - per i pensionati italiani".
Pensioni, sull'abolizione della Fornero Salvini non tratta
Altro che cinque anni per abolire la legge Fornero, punta a farlo subito il candidato premier della Lega. "Siamo per l'abolizione", ha ribadito oggi Salvini ai microfoni di Radio Capital durante il programma Circo Massimo. "Non tratto - ha sottolineato il leader del Carroccio - nemmeno un quarto d'ora". Abolizione della legge Fornero senza se e senza ma dunque, come del resto la Lega aveva cercato di fare già nel 2015 proponendo il referendum abrogativo. Più di 500mila firme raccolte dai leghisti furono convalidate dalla Corte di Cassazione ma la Corte Costituzionale ha poi respinto la proposta referendaria giudicandola inammissibile.
Diversi i disegni di legge per l'abolizione o comunque per significative modifiche alla legge Fornero presentati dai parlamentari leghisti sia alla Camera che al Senato in questi anni, ma senza ottenere il risultato sperato.
Il candidato premier della Lega parla della riforma pensioni
E parlando del suo programma di un eventuale governo in caso di vittoria alle elezioni del 2018, il leader della Lega spiega che non intende abolire tutte le cose che ha fatto il Governo Renzi e che sta continuando a fare il Governo Gentiloni.
Per esempio Salvini sembra intenzionato a lasciare intatto il bonus fiscale da 80 euro al mese per i lavoratori dipendenti che guadagnano meno di 1.500 euro mensili. "Lasceremo il bonus di 80 euro? Tendenzialmente sì", ha detto il leader leghista a Radio Capital. "Io - ha aggiunto - vado al governo per mettere i soldi nelle tasche degli italiani e non - ha sottolineato - per toglierli".
In ogni caso Salvini pensa che il bonus Renzi da 80 euro "non ha inciso sull'economia". Tra le cose che il segretario del Carroccio non cancellerebbe in caso di vittoria elettorale pure alcune parti del Jobs act, la riforma del mercato del lavoro targata Renzi-Poletti. "Non è che quando uno va al governo - ha detto Salvini oggi ai microfoni di Radio Capital - deve per forza cancellare tutte le cose che hanno fatto gli altri per partito preso".