Le indiscrezioni che provengono dal tavolo della trattativa tra Aran e sindacati spingono ad ipotizzare una ormai prossima chiusura della piattaforma di rinnovo del contratto. Dopo una attesa di oltre otto anni i lavoratori del Pubblico Impiego avranno un nuovo contratto, aumentato come il meccanismo della perequazione vuole. Il nuovo documento però non si limiterà a rinnovare le cifre percepite da ciascun dipendente dei vari comparti della Pubblica Amministrazione, ma cambierà radicalmente molti aspetti del lavoro di questi soggetti. Un rinnovo che finalmente verrà messo nero su bianco e con alcuni provvedimenti che lasceranno sicuramente il segno.

Capitolo stipendio

La cosa che forse preme maggiormente ai lavoratori è l’aumento di stipendio che verrà fuori a contratto firmato. Inevitabile l’adeguamento al meccanismo della perequazione di tutti questi stipendi che da otto anni sono gli stessi e che hanno perduto notevolmente il loro potere di acquisto. Una sentenza della Corte Costituzionale dell'estate 2015 ha sancito la non costituzionalità del blocco che mise la Fornero con il Decreto Salva Italia del Governo Monti. Un blocco definito contrario alla Costituzione ma che non ha avuto effetti retroattivi sul provvedimento. In parole povere al Governo fu intimato di sbloccare quanto prima i contratti, ma non di risarcire i lavoratori per due anni di blocco non leciti.

Il rinnovo però, ad oltre due anni di distanza ancora non è stato definito e pertanto a questi lavoratori spetterebbero cifre arretrate a partire dalla data di sentenza, almeno questo quello che pretendono i sindacati. Il Governo punta a risolvere la questione concedendo un rimborso a partire dal 1° gennaio 2016, ripetendo in un certo modo l’operazione Bonus Poletti per i pensionati che si trovarono di fronte ad una situazione simile con lo stesso blocco del Salva Italia.

Un rimborso una tantum che dovrebbe aggirarsi tra le 500 e le 550 euro a lavoratore. Agli arretrati dovranno aggiungersi anche le nuove cifre di stipendio da erogare, quelle adeguate all'inflazione. Un nuovo stipendio che sarà aggiornato con 85 euro di aumento medio e lordo a lavoratore. Cifre che secondo l'Anief, sigla sindacale del comparto scuola non sarà superiore alle 50 euro a dipendente in media.

Capitolo norme in materia lavoro

Come dicevamo, il nuovo aspetto del lavoro nel pubblico impiego non si ridurrà solo a qualche euro in più in busta paga. Novità sostanziali entreranno in campo per quanto riguarda la normativa comportamentale e lavorativa dei dipendenti. Prende corpo l’ipotesi di un bonus extra per i dipendenti con redditi bassi di importo vicino ai 20 euro a testa sempre al lordo delle tasse. Il parametro di riferimento per stabilire quali lavoratori avranno diritto al bonus è lo stesso del bonus Renzi da 80 euro, con redditi fino a 26.600 euro come è stata confermata la soglia massima nella nuova Legge di Bilancio. Nel nuovo contratto si darà una certa rilevanza anche alla famiglia di ciascun dipendente, con sussidi, incentivi e rimborsi per libri di testo, mense scolastiche, studi universitari e asili nido.

Il Fondo risorse decentrate, quello del salario accessorio come comunemente si chiama, sarà utilizzato per i premi di produttività nell'intenzione di incentivare la meritocrazia. Per cercare di risparmiare la voce di spesa relativa al personale, probabilmente sarà messo un tetto massimo annuale al lavoro straordinario che dovrebbe essere fino a massimo 180 ore. Il buono pasto previsto per i lavoratori sarà a cifra fissa di 7 euro cadauno e la pausa pranzo dovrebbe ridursi da 30 a 10 minuti. Per la lotta all'assenteismo, paga ridotta per i lavoratori troppo assenti o assenti sempre nei giorni immediatamente precedenti o successivi a festivi, week end e ponti.

Penalizzazioni in questa ottica anche sui premi che vedrebbero penalizzati anche i colleghi di ufficio del troppo assente.

Infatti i premi non solo non vedrebbero la possibilità di essere erogati al lavoratore le cui assenze vengono valutate come sospette, ma non verrebbero erogati a tutto l’ufficio o ente in cui esso lavora. Nel contratto ci sarà spazio anche per gli esuberi di personale la cui ricollocazione in altri enti non sarà a carattere regionale ma aperta a tutto lo stivale. Infine, nel documento i sindacati spunteranno anche un aumento della loro importanza contrattuale. Ogni singola decisione dell'amministrazione che riguarda il lavoro dei dipendenti, non deve essere presa autonomamente dall'Ente ma deve fuoriuscire da un confronto con gli organi di rappresentanza.