Per consentire all’Inps o agli altri istituti previdenziali di erogare la pensione effettivamente spettanti a milioni di italiani, i pensionati sono tenuti a comunicare annualmente i propri redditi. Il modello di riferimento è il Red. Naturalmente non tutti i pensionati sono tenuti ad adempiere a questo obbligo perché esistono alcune esenzioni. Il modello comunque è molto importante e non presentandolo si rischia seriamente di vedere compromessa la giusta fruizione della propria pensione. Ecco tutto ciò che c’è da sapere su questo importante strumento, ma poco conosciuto.
Le dichiarazioni dei redditi
L’onere di inoltrare il modello Red è a carico dei pensionati che hanno parte della propria prestazione previdenziale composta dalle cosiddette prestazioni aggiuntive, quelle che eroga l’Inps per rendere più dignitosa la pensione. La maggior parte di queste somme aggiuntive (quattordicesima, assegni per il nucleo familiare, maggiorazioni sociali e così via) sono collegate al reddito, perché è proprio in base al reddito, evidentemente sotto soglia, che l’Inps le aggiunge alla normale pensione che un soggetto ha maturato. Evidente che l’Inps cerchi di valutare esattamente le condizioni di salute economica del pensionato per valutare se davvero ha diritto alle somme aggiuntive e lo fa annualmente.
Esonerato da questo adempimento il pensionato che ha Pensioni di importo alto ed in genere coloro che non percepiscono prestazioni aggiuntive. Altri casi di esonero sono i pensionati che presentano le normali dichiarazioni dei redditi, perché i dati fiscali dell’Agenzia delle Entrate, come quelli dell’Inps e dell’anagrafe tributaria sono quelli presenti nelle banche dati a cui le Pubbliche Amministrazioni hanno accesso grazie alla digitalizzazione di questi strumenti.
Come fare?
Se l’era digitale è un vantaggio in molti casi, per la questione Red e per molti pensionati ha avuto l’effetto opposto. La richiesta dell’Inps circa il modello Red, fino a qualche anno fa era spedita a casa del pensionato che così veniva avvisato dell’approssimarsi di tale scadenza. Come sottolinea il sito “studiocataldi.it” (portale di informazione legale e fiscale), l’Inps da anni non provvede più all’invio ed il pensionato deve ricordare da solo quando è il momento di intervenire.
Non adempiere a questo obbligo, per i soggetti tenuti alla presentazione può portare alla sospensione di 2 mesi delle prestazioni collegate alla pensione, che verrebbe palesemente ridotta. I sessanta giorni sono quelli concessi ai pensionati affinché mettano a posto la situazione inviando il modello. Decorso questo periodo, le prestazioni verrebbero revocate e l’Inps potrebbe far scattare il recupero delle somme erogate precedentemente. Per evitare il problema va ricordato che la campagna Red 2018 scadrà il prossimo 28 febbraio ed entro tale data i pensionati devono comunicare i propri redditi all’Inps. Le vie per adempiere sono le classiche, cioè quella del fai da te, con codice Pin e le credenziali di accesso per chi ne ha e quindi in via telematica o tramite centralino dell’Inps, oppure tramite Patronato o Caf.