La questione contratto dei lavoratori pubblici sembra arrivata alla fine. Il rinnovo per i 250mila lavoratori del comparto della Pubblica Amministrazione Centrale in pratica sblocca il contratto per tutti gli oltre 3 milioni di lavoratori di cui consta l’organico di tutta la Pubblica Amministrazione. Oggi probabilmente si arriverà alla fumata bianca anche per il mega comparto della Scuola perché l’Aran ha provveduto a convocare i sindacati per chiudere la partita anche per loro. Il mese che dovrebbe essere quello scelto per completare l’operazione è marzo.

Ecco perché occorre capire per davvero cosa finirà nelle tasche dei dipendenti sia come arretrati che come aumenti, alla luce del fatto che gli importi saranno diversi a seconda delle fasce retributive.

L’Iter prosegue spedito

Aumenti mensili in media di 85 euro a lavoratore che andranno a decorrere dal prossimo mese di marzo. Lo stesso mese ed in base al rinnovo contrattuale che parte dal 2016, arriveranno anche gli arretrati. Importi però che non sono matematici, cioè calcolati in base all’aumento di stipendio concesso ma saranno erogati in unica soluzione con una cifra simbolica. Resta il fatto che gli importi una tantum saranno corrisposti sempre in base agli incrementi mensili comprese le tredicesime per il biennio 2016/2017 e probabilmente per i primi mesi del 2018.

Il mese di marzo dovrebbe essere quello giusto perché dopo l’accordo il contratto deve essere ancora valutato dalla Corte dei Conti e poi toccherà al Ministero del Tesoro di predisporre le nuove buste paga con le nuove cifre di stipendio. L’Aran, l’agenzia per la contrattazione, ha completato in anticipo la produzione della sua relazione tecnica sul rinnovo e adesso al primo Consiglio dei Ministri il contratto sarà ratificato con il disco verde della Ragioneria di Stato.

Ottimismo dunque per quanto riguarda il mese di marzo in cui finalmente e dopo 10 anni lo stipendio dei dipendenti pubblici sarà aumentato.

Fasce di retribuzione

L’aumento lordo e medio sarà di 85 euro a lavoratore così come gli arretrati per il biennio 2016-2017 comprensivo dei primi mesi del 2018 non ancora a regime sarà tra i 300 ed i 700 euro a lavoratore.

Cifre medie perché gli aumenti previsti sono differenti in base alle fasce di retribuzione, cioè quelle basse, quelle medie e quelle alte. Un articolo sul sito “firenzepost.it” presenta le tabelle di aumento ed arretrato per singola fascia. Per la fascia retributiva più alta aumento di stipendio di 117 euro lordi ed arretrati di 712,10 euro che porteranno lo stipendio tabellare a 1.999 euro. Per le fasce retributive medie, una tantum da 491,70 euro e scatto di 85,70 euro con 1434,40 di totale 2018. Per i dipendenti nell’ultima fascia retributiva, la più bassa aumenti da 63 euro a testa con arretrati da 369,90 e stipendio tabellare di 1273,90. Va ricordato che il nuovo contratto per i dipendenti con stipendi più bassi offre un extra bonus di 21 euro a lavoratore come elemento perequativo per consentire a tutti di ricevere almeno le 85 euro lorde previste fin dalla bozza di accordo del novembre 2016. Ci sarebbero infine i premi extra per le amministrazioni più ricche, importi tra i 9 ed i 15 euro a lavoratore che andranno erogati in aggiunta al salario accessorio.