Dal 2018 il calendario del pagamento delle Pensioni assume una sua cadenza definitiva. Infatti una novità contenuta nella Legge di Bilancio riguarda proprio il giorno in cui ogni mese i pensionati potranno ricevere la pensione. Altra novità forse più importante ed attesa è quella degli importi in pagamento che dopo diversi anni torneranno a crescere. Ecco tutte le novità 2018 per le pensioni già in essere che da domani i pensionati potranno iniziare ad incassare.

Calendario strutturale

Ogni fine anno iniziava un autentico balletto delle date, con i pensionati che non capivano bene quando potevano iniziare a percepire la pensione e dovevano rettificare le date mese per mese.

Il primo giorno bancabile piuttosto che il secondo, l’accredito alle Poste oppure in banca rendevano la materia molto confusionaria. La nuova manovra finanziaria su questo aspetto ha fatto chiarezza e lo ha fatto in maniera definitiva. Nel 2018 la pensione sarà incassabile fin dal primo giorno bancabile. In pratica ogni mese già dal 1° (escludendo i mesi che iniziano di domenica) i pensionati potranno incassare il rateo di pensione spettante. Questo ad esclusione di gennaio, unico mese dove la pensione si incassa a partire dal secondo giorno bancabile. La novità 2018 è un provvedimento strutturale, cioè non presenta scadenza e varrà anche per gli anni a seguire, tranne che non arrivi qualche altro intervento normativo a correggere di nuovo tutto.

Nessuna distinzione tra banca o Poste Italiane e neppure per quanto riguarda le modalità di incasso delle pensioni, che sia l’accredito in Conto Corrente o sul classico libretto pensioni di Poste Italiane.

Le pensioni salgono

Se la data di incasso è un aspetto importante, gli importi delle prestazioni probabilmente lo sono di più.

Le pensioni dopo diversi anni torneranno a salire in base all’inflazione. Gli assegni che inizieranno ad essere erogati da domani 3 gennaio saranno indicizzati all’inflazione dopo due anni di stop. Un adeguamento dell’1,1% ma provvisorio perché il tasso di inflazione del 2017 è stimato e non effettivo. Il rischio è che si ripeta quanto successo nel 2016, quando furono adeguate le pensioni ad un tasso di inflazione che poi non è stato confermato dai dati Istat causando un debito da parte dei pensionati nei confronti dell’Inps.

Per il debito il rimborso dovrebbe avvenire già con la pensione di domani, dove i pensionati si troveranno una voce passiva per una perequazione non spettante. Resta il fatto che le pensioni saliranno dell’1,1% da gennaio. Sale a 372,32 l’importo della pensione sociale mentre l’assegno sociale varia da 448,87 a 453 euro al mese. Il trattamento minimo della pensione passa da 501,89 a 507,41 euro per mese. Per le pensioni a partire dalle 1.000 euro lorde per mese aumento previsto di 11 euro mentre per quelle a partire da 1.600 euro l’aumento è di 16 euro. Queste differenze provengono dalle norme vigenti che consentono l’applicazione di un aumento pari al 100% del tasso inflattivo solo alle pensioni fino a 3 volte il minimo. Così, più sale la pensione minore è la percentuale di aumento spettante che per pensioni lorde da 2.100 euro al mese sarà di poco superiore ai 17 euro.