La questione Pensioni è, in queste ultime settimane, al centro dell'agenda politica nonché cuore della propaganda in vista delle elezioni del 4 marzo 2018. Oltre alla Legge Fornero, dove si confrontano le forze politiche che vogliono abolirla e altre che la ritengono indispensabile, tiene banco la questione dell'anticipo pensionistico, il cosiddetto Ape. Sull'argomento si è espressa la stessa Elsa Fornero, che nel 2011 riformò il sistema pensionistico italiano in qualità di ministra del lavoro del governo Monti, nella trasmissione DiMartedì su La7, condotta da Giovanni Floris.

La professoressa ha ribadito l'utilità dell'anticipo pensionistico e di altre forme di flessibilità. Tuttavia, le ultime novità riguardano le concessioni di prestito da parte delle banche, soprattutto quando queste potrebbero rifiutare di erogare la cifra.

Ape, problemi per i cattivi pagatori

Come detto l'anticipazione pensionistica necessita di un prestito da parte di un istituto di credito e di una assicurazione, il relativo accordo vede impegnate l'Associazione bancaria Italiana (ABI) e l' Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici (ANIA). Tuttavia, i richiedenti, prima dell'invio della domanda all'Inps, devono verificare se possono ricevere il prestito da parte della banca. Infatti, chi ha debiti scaduti da 90 giorni, nonché protesti o segnalazioni presso la Centrale dei Rischi non potrà accedere al prestito, la banca si rifiuterà di erogarlo.

Ulteriori limitazioni per l'erogazione del prestito sono i pignoramenti in corso oltre che essere oggetto di composizione di procedure della crisi di indebitamento.

Le posizioni dei partiti

Sulla questione, come detto, si stanno scontrando i vari partiti e forze politiche. La Lega di Matteo Salvini non arretra; soprattutto dopo la candidatura di Borghi e di Bagnai le posizioni sull'euro e sulla Legge Fornero non cambiano.

Il Caroccio punta all'abolizione della Legge. Diversa la posizione del Movimento 5 Stelle, che sta rilanciando su Quota 100 e Quota 41. Più defilate le posizioni di Forza Italia e Partito Democratico; Silvio Berlusconi in nome dei conti pubblici in sicurezza da presentare all'Europa non vuole cambiare la Legge ma condivide l'Ape.

Simile la posizione del Partito Democratico, il leader Matteo Renzi ha puntato fin da subito sull'anticipo pensionistico e sulle forme di flessibilità, mantenendo la riforma che nel 2011, governo Monti, ha posto rimedi al sistema pensionistico italiano