Ormai la Legge Fornero è diventata un punto cardine della campagna elettorale che porterà alle elezioni politiche del 4 marzo, tra forze politiche che assicurano di abolirle e altre che ribadiscono l'impossibilità di tornare indietro in nome della sicurezza dei conti pubblici. L'ultimo scontro è avvenuto nella trasmissione di La7 "L'aria che tira", condotta da Mirta Merlino, tra l'ex segretario FIOM-CGIL Maurizio Landini e il consigliere economico del Presidente del Consiglio Luigi Marattin. Le posizioni sono di facile interpretazione: l'ex sindacalista è favorevole all'abolizione della Legge mentre il consigliere è un dei difensori più accaniti del lavoro fatto nel 2011 dal governo Monti.
In studio anche Paolo De Nardis e Claudio Borghi, responsabile economico della Lega, su posizioni no-euro e in netto contrasto con la Legge Fornero.
L'abolizione della Legge costa 360 miliardi, ma la Lega vuole abolirla
Il consigliere economico del Presidente del Consiglio esordisce dicendo che l'abolizione della Legge Fornero è tecnicamente impossibile. Il governo Monti ha posto rimedio con questo provvedimento sulle Pensioni a decenni di sfasci, secondo Marattin, e l'abolizione della Legge, con conseguente riduzione dell'età per accedere alla pensione, costerebbe all'Italia 360 miliardi di euro fino al 2050, un costo che il Paese non può permettersi. A quel punto arriva la replica di Borghi, che difende la campagna elettorale del suo leader Matteo Salvini, dicendo che la gente sta male adesso e non si può pensare al 2050.
Nello specifico il responsabile economico della Lega ha detto che "quando nel 2050 arriveranno i marziani, noi gli diremo che i conti sono in ordine".
Marattin a Landini: sei un demagogo
Dopo lo scambio di idee tra Marattin e Borghi, che si candida con la Lega insieme all'amico ed economista no-euro della prima ora Alberto Bagnai, scoppia la lite tra il consigliere e Maurizio Landini.
L'ex sindacalista attacca la Legge Fornero facendo riferimento a leggi sulle pensioni precedenti, ribadendo quindi l'inutilità del lavoro fatto nel 2011. Marattin a quel punto interrompe Landini che alterato indica al consigliere di stare zitto e di farlo parlare perché non è in studio per ragioni elettorali. Scatta allora l'applauso ironico di Marattin che accusa Landini di srotolare una sequenza di slogan demagogici insopportabili. Nello specifico il consigliere dice che Landini, con le sua demagogia, "ha un po' rotto le scatole"