Nella manovra finanziaria in vigore dal 1° gennaio è successo davvero poco per quanto riguarda le Pensioni. Le aspettative di quanti credevano in una riforma vera del sistema previdenziale sono state disattese. I conti pubblici, la stabilità del sistema e le casse dell’Inps hanno bloccato qualsiasi idea riformatrice e qualsiasi provvedimento di cambio radicale del sistema. Qualcosa si è mosso solo su misure già in vigore e per le quali si è deciso di ritoccare piccoli aspetti ma che possono risultare importanti per molti. La categoria dei lavori usuranti è una di queste e consente ancora di andare in pensione con largo anticipo rispetto agli altri lavoratori.

La pensione per i lavori usuranti consente di lasciare il lavoro a 61 anni di età con adeguamento alla speranza di vita che però, dal 2019 e fino al 2026 sarà congelata. Ecco come funziona la misura nel dettaglio.

La misura

La pensione lavoro usurante è quella possibilità di pensionarsi con requisiti agevolati prevista per i lavoratori che svolgono attività lavorative particolarmente faticose, logoranti e pesanti. In linea generale servono 61 anni e 7 mesi di età con 35 anni di versamenti contributivi. Necessario inoltre che l’attività logorante sia stata effettivamente svolta per la metà della vita lavorativa o in alternativa per 7 degli ultimi 10 anni di lavoro. Per quest’ultimo paletto gli anni sono da calcolare a ritroso a partire dalla data di presentazione della richiesta di certificazione del diritto all’Inps.

I lavori usuranti e notturni

La misura quindi è fruibile da quanti risultano in attività usurante che l’Inps certifica sul proprio sito ufficiale con un elenco. Si tratta di:

  • Attività nelle gallerie, nelle cave o in miniera
  • Lavoratori in attività in cassoni ad aria compressa
  • Chi lavora come palombaro
  • lavori e mansioni che espongono i lavoratori ad alte temperature, quindi forni ed altiforni, refrattaristi e addetti al lavoro in fonderia
  • addetti alla lavorazione del vetro
  • lavoratori nel campo della rimozione e della trattazione dell’amianto
  • lavoratori impegnati in produzione a catena
  • conducenti di autoveicoli per trasporto di persone superiore a 9

Alla stregua dei lavori usuranti vengono trattati i lavoratori cosiddetti notturni, considerando ore notturne quelle dalle 24:00 alle 5:00 del mattino:

  • lavori svolti di notte per tutte le sei ore e per almeno 78 notti all’anno
  • lavori svolti almeno per 3 delle canoniche 6 ore notturne però per 365 giorni all'anno

Guida alla misura

Una misura che è stata sempre collegata la meccanismo delle finestre mobili che posticipava la decorrenza della pensione di 12 o 18 mesi e che da quest’anno non sarà collegata ad alcuna finestra.

In pratica la pensione partirà dal 1° giorno del mese successivo a quello in cui si maturano i requisiti. La misura inoltre è soggetta a quote che ne differenziano le uscite per requisiti specifici di ogni singolo lavoratore. La quota altro non è che la somma dell’età anagrafica e dei contributi versati utilizzando anche le frazioni di anno.

Per chi lavora meno delle 78 notti all’anno la quota da raggiungere non è 97,6 come quella degli altri soggetti in lavori usuranti o notturni per l’intero anno, ma 98,6 se si lavora di notte tra le 72 e le 77 notti all’anno. Per periodi più brevi, tra 64 e 71 notti la quota sale a 99,6 e questa è la stessa quota necessaria per gli autonomi. In definitiva, cambiando la durata del lavoro notturno per anno di lavoro sale l’età di uscita. La domanda va presentata entro il 1° maggio dell’anno precedente a quello di maturazione dei requisiti e pertanto per quanti si trovano nella condizione di centrare quote e requisiti nel 2019, la domanda va presentata entro il prossimo 1° maggio.