Il segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini continua a sostenere la cancellazione della precedente Riforma Fornero che nel lontano 2012 ha messo in ginocchio migliaia di lavoratori italiani penalizzando anche le giovani generazioni che oggi fanno sempre più fatica a trovare un'occupazione.

Continua, quindi, la lunga battaglia della Lega in vista delle elezioni politiche previste per domenica 4 marzo. Da una parte, l'europarlamentare Matteo Salvini chiede l'abrogazione definitiva della vecchia riforma pensionistica e dall'altra l'introduzione di un meccanismo di uscita più agevole.

Si tratta della quota 100 e della Quota 41 a favore dei cosiddetti lavoratori precoci; due proposte sostenute anche dal Movimento 5 Stelle e che costituiscono il punto-cardine di questa campagna elettorale. Nei giorni scorsi, infatti, è intervenuto anche il coordinamento provinciale della Lega Salvini Premier di Avellino che in una nota avrebbe affermato: "la Legge Fornero ha prodotto una carneficina a carico soprattutto di coloro che erano vicinissimi alla pensione. Peggio ancora per i cosiddetti esodati rimasti addirittura senza né lavoro né pensione. Assurdo in un paese civile".

Le coperture per cancellare la Fornero ci sono

Da queste affermazioni si evince il pieno sostegno per la cancellazione definitiva della Riforma varata dall'ex ministro del Lavoro Elsa Fornero.

Sostegno che arriva anche dalla senatrice del Movimento 5 Stelle Sara Paglini, secondo la quale ci sarebbero le coperture necessarie per cancellare la legge pensionistica attualmente in vigore. Anche il capogruppo di Forza Italia alla Camera Renato Brunetta sembrerebbe approvare l'idea di Matteo Salvini: "La Legge Fornero la cancelliamo, è una cattiva legge che ha prodotto guasti inenarrabili", ha spiegato.

Quota 100 e Quota 41 misure realizzabili

Ci sarebbe poi da prendere in considerazione anche le ipotesi di flessibilità in uscita lanciate dal candidato Premier Matteo Salvini inerenti alla Quota 100 data dalla somma dell'età anagrafica con l'anzianità contributiva, ovvero a partire dai 62 anni di età anagrafica accompagnati dai 38 anni di versamenti contributivi.

Per i lavoratori precoci, invece, lo stesso Salvini avrebbe pensato all'introduzione dell'uscita anticipata dopo il raggiungimento di almeno 41 anni di contributi indipendentemente dall'età anagrafica. Proposte condivise dalla maggior parte delle forze politiche anche se richiederebbero una grande disponibilità di risorse.