Il periodo più importante per proporre modifiche normative in qualsiasi campo è sicuramente quello della campagna elettorale. Adesso che siamo nel pieno di quella relativa alle prossime elezioni politiche del 4 marzo, le promesse ma anche le proposte in tema previdenziale sono molteplici e quotidiane. Evidente che la previdenza nostrana ha bisogno di interventi radicali sia per le Pensioni future che per quelle in essere. Le pensioni si allontanano nel tempo in virtù di requisiti di accesso sempre più pesanti e quelle già in pagamento spesso hanno importi troppo bassi per consentire di essere definite dignitose.

Le minime a 1.000 euro che promette Berlusconi, l’ennesima estensione delle quattordicesime e tutte le altre proposte previdenziali che fanno capolino nei programmi elettorali di tutti i partiti spingono associazioni, sindacati e gruppi di cittadini a proporre soluzioni alternative al fine di persuadere i partiti ad inserire anche queste nei loro programmi in caso di elezione. Da Treviso arriva una novità importante che riguarda le pensioni ed il bonus da 80 euro, conosciuto come bonus Renzi.

Il bonus Renzi

Il bonus 80 euro è un incentivo fiscale, un credito Irpef che viene erogato ai Lavoratori direttamente in busta paga dal datore di lavoro che svolge la funzione di sostituto di imposta. Dal punto di vista delle cifre, il bonus è composto da 80 euro al mese per ogni mese di lavoro e pertanto è fissato con un importo massimo annuale di 960 euro.

Il bonus non spetta a tutti i lavoratori dipendenti o assimilati, ma soltanto a quelli che risultano in possesso di determinati requisiti reddituali. Ad oggi il bonus spetta a :

  • lavoratori dipendenti e assimilati anche con contratti precari
  • lavoratori a progetto e collaboratori
  • soci di cooperative
  • fruitori di indennità di mobilità, cassa integrazione e Naspi
  • lavoratori socialmente utili
  • assegnisti di borse di studio
  • colf, badanti e baby sitter
  • Forze dell’Ordine (Polizia, Carabinieri, Esercito, Vigili del Fuoco, Capitaneria di porto).

Nel 2018 è salito il tetto massimo di reddito da detenere per la corresponsione del bonus.

Si ha diritto al bonus intero con reddito complessivo da 8.174 e fino ai 24.600,00 euro, mentre viene concesso in misura ridotta per redditi superiori e fino alla soglia massima di 26.600 euro. Nel programma del PD si nota l’intenzione di estendere il bonus anche ai lavoratori autonomi, ai titolari di partita Iva come conferma un articolo de “Il Sole 24 Ore dello scorso 3 febbraio.

Una estensione che dovrebbe essere applicata con i medesimi parametri reddituali e di importo di quello destinato ai lavoratori di cui parlavamo prima.

La novità per i pensionati

Dal Cupla, sigla che indica il comitato unitario dei pensionati da lavoro autonomo che comprende tutte le più importanti sigle sindacali del settore (Cna, Coldiretti, Confesercenti e così via) arriva una proposta che sprona tutti i partiti a mettere al centro di qualsiasi programma il reddito delle pensioni. In pratica si chiede di estendere il bonus Renzi da 80 euro anche alle pensioni basse. Come riporta il sito “oggitreviso.it”, il coordinamento veneto della Cupla chiede attenzione per i pensionati che hanno cisto aumentare la tassazione, che hanno perso potere di acquisto ed hanno subito maggiormente l’aumento del costo delle prestazioni socio-sanitarie proprio perché le pensioni hanno perso valore rispetto all’aumento del costo della vita. Una soluzione sarebbe estendere il beneficio del bonus alle pensioni minime, tra le quali la stragrande maggioranza sono quelle derivanti da lavoro autonomo.