Una storia che sta facendo discutere moltissimi italiani. A Udine è venuta a galla la vicenda di una baby pensionata da record: la donna pare abbia iniziato a percepire la pensione a soli 29 anni. In un periodo lavorativo in cui l'idea di una pensione sembra quasi un miraggio, una notizia come questa ha senza dubbio destato non poca indignazione a livello nazionale. La storia della donna, che ora ha 64 anni, è stata portata all'attenzione dei media dal quotidiano il Corriere del Veneto. A quanto pare il record nelle baby-Pensioni è stato raggiunto nella città di Udine, ma scopriamo insieme tutti i dettagli di questa incredibile storia.

Va in pensione a 29 anni: ecco quanto ha incassato

Secondo quanto diffuso dai maggiori media nazionali, la donna ha lavorato come collaboratrice scolastica, versando contributi per 14 anni, sei mesi e un giorno.

Questi anni sono, tuttavia, stati sufficienti per garantirle una alta pensione per il resto della sua intera vita: la donna ha, infatti, iniziato a percepire le prime pensioni a soli 29 anni. Da quel momento sono passati ben 35 anni e la signora ha incassato una somma pari a 200 mila euro, senza alcuno sforzo. Il caso è stato anche diffuso dalla trasmissione Quarto Grado, e molti telespettatori pare si siano subito chiesti come sia stato possibile tutto questo. Molti hanno pensato aduna truffa ai danni dello Stato Italiano, tuttavia pare non sia cosi: la donna è riuscita ad andare in pensione grazie al famoso decreto Rumor del dicembre 1973.

Il decreto Rumor e le baby pensioni

Il famoso decreto è stato emanato nel lontano 29 dicembre 1973, quando il governo di Mariano Rumor aprì la controversia sulle baby pensioni, emanando un importante Dpr (decreto del presidente della Repubblica).

Giovanni Leone, presidente di allora, approvò il famoso decreto Romor: destinato ai dipendenti pubblici che avessero lavorato per 14 anni, sei mesi e un giorno. Con queste prerogative un dipendente pubblico sarebbe potuto andare tranquillamente in pensione senza alcuna ripercussione legale. Sfortunatamente, a distanza di molti anni, il decreto costa oggi alle casse dello stato italiano ben lo 0,4% del prodotto interno lordo (PIL).

A Udine, ai tempi in cui la signora ha iniziato a percepire la pensione, si è gridato allo scandalo, eppure solo oggi scopriamo che come lei ci sono almeno altri 500mila lavoratori che gravano sulle case dello Stato, poiché hanno lasciato il lavoro prima dei 50 anni e, grazie ad decreto Rumor, sono andati in pensione.