Una delle misure più discusse che l’ultimo Governo Renzi ha lasciato in eredità agli italiani è sicuramente la naspi. SI tratta dell’ammortizzatore sociale Inps dedicato a chi perde involontariamente il lavoro. L’ingresso in scena della Naspi fu un autentico terremoto perché cambiò radicalmente l’interpretazione classica dell’indennità per disoccupati Inps. La Naspi sostituì le vecchie indennità in funzione fino al 2015, cioè requisiti ridotti, ordinaria, Aspi e Mini Aspi. La misura oggi è l’unica destinata ai disoccupati, fatta eccezione per la Dis.Coll che però è destinata a soggetti privi di un normale contratto di lavoro, cioè i collaboratori.

Le novità più importanti ed ufficializzate dall’Inps sono due, una tecnica ed una relativa agli importi della prestazione.

Nasce la domanda precompilata

Come riporta un recente articolo del quotidiano “l’Avvenire” da quest’anno è più facile chiedere l’indennità di disoccupazione all’Inps. La domanda si presenta già come precompilata all’Istituto di Previdenza Sociale. La novità che adesso è stata lanciata in via sperimentale è destinata a soggetti in possesso di credenziali di accesso e codice Pin dell’Istituto. Nell’area dedicata ai servizi al cittadino (My Inps sul sito), il richiedente potrà accedere già alla sua domanda. La sperimentazione inizia con Lavoratori dipendenti del settore privato, apprendisti, soci lavoratori delle cooperative e dipendenti pubblici con contratto a tempo determinato.

a termine. Dal punto di vista dei requisiti restano quelli classici, con in primo luogo la perdita di lavoro proveniente da licenziamento, scadenza contratto, ma anche risoluzione consensuale o dimissioni giustificate. Servono poi almeno 13 settimane di contributi versati nei quattro anni precedenti l’anno in cui si perde il lavoro e 30 giornate di lavoro nei 12 mesi prima dello stato di disoccupazione.

Durata e importi

Anche come durata della prestazione nulla cambia rispetto alla Naspi ormai largamente conosciuta. Si può sfruttare un periodo pari alla metà delle settimane di lavoro svolte nel quadriennio precedente e che non hanno mai dato diritto ad altri ammortizzatori sociali per disoccupati, compresi quelli che la Naspi ha cancellato.

Per gli importi invece qualcosa cambia perché l’Inps ha comunicato che anche l’indennità per disoccupati aumenta in base al sopraggiunto tasso di inflazione. Per la prima volta da quando è entrata in vigore la Naspi aumenta dell’1,1%. Le modalità di calcolo restano le solite, cioè la retribuzione media del lavoratore nel quadriennio di osservazione (quello precedente lo stato di disoccupazione) e i contributi versati all’Inps nello stesso periodo. Le retribuzioni diviso i contributi danno un risultato che deve essere moltiplicato per il coefficiente 4.33. Quanto fuoriesce è la Naspi spettante che da quest’anno per via dell’aumento non potrà essere superiore a 1.208,15. Va ricordato che questo limite massimo erogabile fino al 2017 era di 1.195 euro e che come sempre dal 4° mese di fruizione si abbassa di un 3% progressivo per i mesi a seguire (massimo 24 mesi). La domanda va presentata anche in versione precompilata entro 68 giorni da quello in cui si è perduto il proprio posto di lavoro.