I risultati del voto del 4 marzo hanno sancito la vittoria come partito del Movimento 5 Stelle e del Centrodestra come coalizione. Adesso, con tutti i dubbi numerici che accompagnano la nascita del nuovo Esecutivo e con tutte le difficoltà a trovare una maggioranza in Parlamento che oggi nessuno ha, per molti addetti ai lavori e cittadini, si aprono ipotesi interessanti nel campo previdenziale. Ad oggi più che di ipotesi è lecito parlare di speranza, perché i vincitori delle elezioni hanno più volte dichiarato di voler mettere mano alla riforma Fornero.
Interventi nel campo previdenziale che hanno fatto capolino anche nei loro programmi di Governo ma che adesso devono essere messi in pratica. Resta il fatto che per tutto il 2018 per centrare le Pensioni i cittadini devono rispettare le regole vigenti e che non saranno in nessun caso cambiate nel corso di questo anno. Aumenti di requisiti ci sono già stati per le donne ed altri sono già previsti per il 2019, ma anche oggi esiste la possibilità di anticipare la pensione.
La Fornero
Su La7, nel contenitore serale di Giovanni Floris, cioè la trasmissione “Di Martedì” di ieri 07 marzo è tornata a parlare Elsa Fornero, il Ministro del Governo Monti a cui si deve l’attuale sistema. La Professoressa Fornero ha ribadito i concetti che la portarono a varare una manovra che è servita a continuare a tenere in vita il sistema intero.
Per la Fornero le ipotesi di una cancellazione della sua riforma come paventato e promesso dai partiti che hanno dominato le elezioni non è assolutamente fattibile per via degli alti ed insostenibili costi che avrebbe. Alcune misure oggi in vigore e lanciate proprio dal Governo Monti consentirebbero già oggi di sfruttare deroghe e scivoli anticipati anche se trattasi di misure che non rispondono all’esigenza di flessibilità del sistema come magari farebbe la quota 100 cavallo di battaglia di Salvini e della Lega.
Nel suo intervento l’ex Ministro ha sottolineato come il sistema sia debole proprio perché le norme precedenti la sua lasciavano andare in pensione troppo giovani i lavoratori e andare in pensione presto significa avere pensioni di importo troppo basse per essere degne.
La pensione a 64 anni
Con le attuali regole derivanti dalla sua riforma le pensioni per gli italiani si sono allontanate.
La pensione di vecchiaia dal 1° gennaio e per tutto il 2018 si centra anche per le donne a 66 anni e 7 mesi con minimo 20 anni di versamenti contributivi. Dal 2019 invece si salirà dei famosi 5 mesi dell’aspettativa di vita marchiata Istat. Un aumento che come conferma la Professoressa era cosa già prevista precedentemente e che la sua riforma non ha fatto altro che confermare. Resta in piedi però il salvacondotto, la possibilità per quanti si trovarono ad essere i più penalizzati dal repentino innalzamento dei requisiti nel 2012, di lasciare il lavoro a 64 anni. Una opzione che prende il nome di deroga Fornero e che nel 2018 consentirebbe a parte dei nati nel 1952 di lasciare il lavoro con 36 anni di contributi e 60 anni di età chiusi prima della fine del 2012.
In alternativa la misura da per possibile beneficiario anche chi ha centrato al 31 dicembre 2012 i 61 anni di età ed i 35 di contributi. Per questi scatterebbe la pensione al 64imo anno di vita. La novità 2018 di questa misura è l’applicazione di alcune circolari correttive dell’Inps, come quella che ha cancellato dai requisiti necessari la continuità di lavoro al 29 dicembre 2011 tra i vincoli di fruibilità della misura. Altra variazione è la validità della contribuzione figurativa che inizialmente sembrava non buona per i requisiti del salvacondotto. In pratica quanti negli anni passati non hanno presentato domanda perché vincolati dalle erronee interpretazioni della norma da parte dell’Inps, possono tornare a richiedere la pensione proprio alla luce di queste correzioni.