Si potrà andare nel 2018 in pensione anticipata con uscita a quota 61,7 o a quota 56,7, con 5 o 10 anni di anticipo rispetto ai requisiti stabiliti per le Pensioni di vecchiaia, grazie allo strumento della pensione complementare, la Rita (Rendita integrativa temporanea anticipata). Questa formula di pensione anticipata, scrive il Corriere della Sera, appare addirittura vantaggiosa rispetto alla scelta dell'anticipo pensionistico Ape volontario: non solo perché gli anni di uscita anticipata sono maggiori (con l'Ape fino a 3 anni e sette mesi rispetto alle pensioni di vecchiaia), ma anche perché il taglio della pensione è minore.
Infatti, con le pensioni anticipate Ape volontarie si dovranno rimborsare gli anticipi nei 20 anni successivi alla maturazione della pensione di vecchiaia.
Ultime pensione anticipata 2018: uscita quota 61 o quota 57, le novità di oggi
Con la Rita, invece, la pensione anticipata a quota 56,7 o a quota 61,7 è stata, in un certo senso, già pagata dai contribuenti mediante i cinque anni minimi di versamenti alle pensioni complementari e venti anni all'Inps. La Rendita integrativa può essere richiesta sia dai lavoratori privati che dai dipendenti statali. Occorrerà rispettare, tuttavia, due situazioni. La prima è il regime fiscale al quale si va incontro che non sarà più agevolato, ma prevederà una trattenuta che va dal 9 per cento fino al 15 per cento.
L'età minima, però, appare notevolmente inferiore alle altre forme di pensioni anticipate (ad esclusione delle pensioni dei precoci con quota 41 e alle uscite con opzione donna): infatti, l'uscita è possibile a cinque anni dalla maturazione della pensione di vecchiaia (quota 61,7 che dall'anno prossimo diventerà quota 62 per gli adeguamenti dei requisiti pensionistici).
La pensione anticipata con uscita dieci anni prima rispetto agli anni previsti per le pensioni di vecchiaia è possibile, a quota 56,7 (quota 57 dal 2019) per i contribuenti che siano rimasti disoccupati da almeno due anni.
Pensioni anticipate Rita 2018: quale uscita a quota 56,7 o 61,7?
Si potrà presentare domanda di uscita con pensione anticipata Rita a quota 61 o quota 56 anni agli stessi fondi dove sono stati versati i contributi per le pensioni complementari.
Ad oggi, scrive il quotidiano, si sta attendendo l'ultimazione delle procedure per l'inoltro delle domande. All'atto della domanda di pensione anticipata con Rendita integrativa, il contribuente potrà calcolare la propria pensione sia in rapporto a tutto il montante che ad una sola parte, ad esempio, beneficiando di una rendita mensile di 1.000 euro. Sulla quota di pensione anticipata ottenuta, il contribuente subirà una ritenuta fiscale dal 9 al 15 per cento, con una riduzione dello 0.3 per cento per ogni anno dopo il quindicesimo nel quale ha versato contributi al fondo delle pensioni complementari. Data la grande opportunità di uscita con pensione anticipata Rita, in attesa della maturazione della pensione di vecchiaia, è possibile accantonare anche il Tfr.
Proprio questo meccanismo è ipotizzabile per le uscite anticipate nel 2018 di contribuenti che non abbiano versato precedentemente contributi ai fondi pensione oppure che abbiano pochi anni di versamenti alle spalle.