In questi giorni si è acceso nuovamente il dibattito sulla validità della decisione di tenere aperti o chiusi gli esercizi commerciali nei giorni delle festività nazionali tanto attese dai lavoratori italiani: il 25 aprile (Festa della Liberazione) e l'1 maggio (Festa del lavoro).
Si tratta di una questione che ha fatto molto discutere negli ultimi anni, soprattutto dopo che il governo Monti ha esteso la liberalizzazione ai giorni e agli orari di lavoro nel commercio, con il decreto "Salva Italia" del 2011.
Esercizi commerciali: chiusura o apertura nelle festività nazionali
Diversi esercizi commerciali della Grande Distribuzione hanno deciso di restare aperti anche durante le festività nazionali.
Secondo quanto riportato da alcune testate specializzate in economia, nel giorno della Liberazione sono rimaste aperte Ikea ed Esselunga, che invece rimarranno chiuse il 1° maggio. Per quanto riguarda Decathlon e Conad, invece, la decisione spetta ai direttori dei vari punti vendita, tenendo conto anche delle singole politiche del territorio. Invece i negozi a marchio Unicoop hanno optato per la chiusura durante il primo maggio, mentre per oggi, 25 aprile, l'attività si è svolta regolarmente solo nel Lazio.
Inoltre, tra gli altri grandi marchi che hanno optato per l'apertura durante la Festa della Liberazione, vi sono anche Leroy Merlin, Zara, Oviesse e MediaWorld. Invece Primadonna, Conbipel, Yamamay, Carpisa e Miniconf hanno deciso di restare aperti sia il 25 aprile che il 1° maggio.
Le associazioni imprenditoriali come Confimprese sostengono che, chiudendo i negozi il 25 aprile, non si dà una mano alla risoluzione della crisi economica.
Infatti, pare che i consumatori siano maggiormente propensi agli acquisti nei giorni festivi, dunque è necessario fornire loro i servizi richiesti, altrimenti si rischia di alimentare ulteriormente l'e-commerce disponibile 24 ore su 24.
I sindacati protestano
Dall'altro versante insorgono i sindacati che, come ogni anno, manifestano la propria contrarietà alla decisione di tenere aperti gli esercizi commerciali della Grande Distribuzione durante le festività, giorni in cui anche gli operatori del commercio avrebbero il diritto di trascorrere e godersi un po' di tempo libero con i propri cari.
Le associazioni sindacali, dunque, difendono con forza i diritti dei lavoratori. Nello specifico, fanno appello alla legge italiana e ai contratti collettivi nazionali, per i quali non vi è alcun obbligo di lavoro nei giorni festivi, compresi anche il 25 aprile e il 1° maggio.
I sindacati del commercio hanno invitato i dipendenti a scioperare o ad astenersi dal lavoro nelle giornate festive. Al contempo, hanno lanciato la campagna "la festa non si vende", auspicando che il prossimo governo possa intervenire per cambiare le disposizioni del decreto "Salva Italia".
Intanto la Filcams Cgil Liguria ha indetto uno sciopero degli esercizi commerciali della Grande Distribuzione per l'intero turno di lavoro proprio durante le due festività della Liberazione e dei lavoratori.
Già nel periodo delle feste pasquali, i tre sindacati del commercio dell'Emilia avevano ricordato che i dipendenti possono astenersi dal lavoro nei giorni festivi nazionali, e che risulta illegittima qualsiasi sanzione comminata dai datori di lavoro, sulla base delle norme contrattuali vigenti ma anche delle recenti sentenze della Corte di Cassazione.
Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha replicato ai sindacati, affermando che l'apertura dei negozi il 25 aprile sia un "sacrificio fattibile", che non andrebbe necessariamente contro la regolamentazione del lavoro.