Sembra tramontata l’ipotesi di un governo giallo-verde che aveva fatto ben sperare chi attende ormai da diversi anni modifiche alla riforma Pensioni targata Fornero. Movimento 5 stelle e Lega avevano proposto in campagna elettorale il superamento della legge Fornero ma anche Quota 100 per tutti i lavoratori, Quota 41 per i precoci, la proroga di Opzione donna, la staffetta generazionale. Un programma praticamente uguale che, insieme alle intenzioni di voler modificare il Jobs act e la Buona scuola, sembrano il preludio di un’intesa tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini per la formazione del nuovo governo.

Ma nel giro di pochi giorni, come del resto in tanti tra i parlamentari e i commentatori politici avevano ampiamente previsto, la situazione è completamente cambiata. Di Maio guarda al Partito democratico per la formazione del nuovo governo, lo ha ribadito oggi a margine dell’incontro con il presidente della Camera Roberto Fico. Ma il Movimento 5 stelle non intende rinunciare alla propria identità, quindi insiste sui punti programmatici di cui si è discusso nei giorni scorsi e nel corso della campagna elettorale.

Pensioni, Di Maio: dal voto emerse richieste sui problemi legati alla legge Fornero

“Io credo – ha detto oggi il capo politico del Movimento 5 stelle dopo l’incontro a Montecitorio - che dal voto del 4 marzo siano uscite fuori delle richieste”.

Così torna a focalizzare l’attenzione su alcuni punti programmatici già proposti in campagna elettorale e già trattati nei giorni scorsi, anche se in realtà sulle pensioni il Movimento 5 stelle non fa nessun cenno nel contratto che intende proporre al Pd per un’intesa di governo. In ogni caso, “sono usciti fuori delle richieste – ha detto oggi Di Maio - sui problemi dei pensionati rispetto alla legge Fornero”.

La riforma pensioni, dunque, rimane in primo piano nel dibattito politico verso la costituzione del nuovo governo. Anche se il Pd, su questo fronte, ha idee e proposte diametralmente opposte a quelle del M5s che oltre al superamento della legge Fornero punta a modifiche al Jobs act e alla legge sulla Buona scuola che portano le firme del Governo Renzi.

Tra le intenzioni dei grillini anche le modifiche alla Buona scuola e al Jobs act di Renzi

“Sui problemi del precariato – ha sottolineato Di Maio facendo riferimento alle richieste emerse dal voto del 4 marzo - rispetto alle leggi sul lavoro, sui problemi – ha aggiunto - legati ad insegnanti che devono fare mille chilometri per andare a lavorare”, ma anche “sulle grandi opere inutili”. Questi alcuni dei punti citati oggi dal leader pentastellato dopo il colloquio con Roberto Fico che, come terza carica dello Stato, dopo il giro a vuoto del presidente del Senato, ha ricevuto il mandato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella per verificare se ci sono le condizioni per la costituzione di una maggioranza parlamentare capace di sostenere un nuovo governo evitando così di tornare alle urne.