Periodicamente si torna a parlare del cosiddetto Fondo Inps per casalinghe, un'opzione che prevede la scelta di effettuare versamenti contributivi volontari al fine di ottenere un assegno a partire dai 57 anni di età. La questione merita un approfondimento, in particolare per quanto concerne il calcolo puramente contributivo del futuro emolumento (che appare particolarmente penalizzante, trattandosi del sistema contributivo puro).
Pensioni per casalinghe: come funzionano i versamenti
Partiamo dal sistema di contribuzione del fondo per casalinghe, ricordando come prima cosa che possono aderire donne e uomini che svolgono lavori in famiglia non retribuiti, che non risultano titolari diretti di una pensione e che non lavorano se non con modalità part time.
L'iscrizione prende forma ufficialmente dal primo giorno del mese di presentazione della domanda, mentre l'importo del versamento non prevede un particolare vincolo. Bisogna però sottolineare che per poter vedere accreditato un mese è necessario corrispondere almeno 25,82 euro, perciò il minimo al fine di vedersi accreditare un anno di contributi è di poco superiore alle 300 euro. Da notare anche che i versamenti risultano deducibili dal reddito del capofamiglia, purché ovviamente la persona a cui sono intestati risulti tra i familiari a carico.
Quali tipi di assegni è possibile ottenere
Il tasto dolente arriva quando ci si trova a parlare dell'assegno che verrà corrisposto al momento della maturazione dei requisiti.
Partiamo con il dire che esistono diverse tipologie di prestazioni. La pensione di vecchiaia è ottenibile a partire dai 57 anni di età, purché siano stati versati almeno 5 anni e si ottenga un assegno uguale o superiore ad 1,2 volte il minimo Inps. Si prescinde invece dall'importo al raggiungimento dei 65 anni di età. In alternativa è disponibile la tutela della pensione di inabilità, purché siano stati effettuati almeno 5 anni di versamenti.
L'importo del futuro assegno è calcolato con il metodo contributivo
Stante la situazione appena descritta, è arrivato il momento di riflettere sulla reale convenienza dell'opzione. Il calcolo del futuro assegno è infatti effettuato secondo il metodo contributivo puro, che prevede di restituire semplicemente quanto si è versato dividendo il montante secondo gli anni di aspettativa di vita.
Questo significa che attorno ai 65 anni viene corrisposto un assegno annuale di poco superiore al 5% di tutti i versamenti totali. Per poter beneficiare di 500 € al mese, sarà quindi necessario aver versato più di 100mila euro. Una cifra decisamente importante, considerando che la contribuzione non può essere utilizzata in ricongiunzione o cumulo con altri versamenti pregressi, mentre il futuro assegno non è reversibile. L'unico vantaggio reale resta la deducibilità in fase di accumulo, ma lo stesso sgravio può essere ottenuto versando ad un fondo pensione, che consente la restituzione di almeno una parte del montante in forma di capitale e permette di scegliere una rendita reversibile in favore del coniuge.
Non fatevi pertanto distrarre da articoli nei quali si indica che con piccoli versamenti è possibile ottenere assegni elevati e documentatevi con attenzione prima di effettuare versamenti volontari che comunque non potranno essere recuperati se non in età avanzata.
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