È una fase delicata quella che sta attraversando l'Italia. L'attenzione della politica e di conseguenza anche dei media è focalizzata su quanto sta avvenendo in funzione della formazione del prossimo governo. C'è attesa per capire se alla fine Mattarella deciderà di affidarsi a Salvini, Di Maio o a una terza firma, ma molto dipenderà dagli accordi che i leader usciti vincitori dalle ultime elezioni riusciranno o meno a trovare. L'augurio che il paese si fa è che si possa trovare al più presto possibile trovare la migliore soluzione per un'Italia che, ad oggi, patisce l'urto di notizie che non sembrano dare l'idea agli italiani di vivere in un paese in salute sotto il profilo economico.

Redditi: l'analisi dei numeri

Le ultime dichiarazioni dei redditi, infatti, delineano un quadro che rischia di essere inquietante sotto molteplici aspetti. Secondo i dati dei redditi Irpef, i redditi da pensione hanno avuto un incremento del 25% e ciascun pensionato, secondo le cifre, è arrivato a guadagnare circa il 31,6% in più. Nello stesso periodo di riferimento quelli che sono, invece, i redditi strettamente dipendenti dal lavoro sono aumentati solo del 15,1% e ciascun lavoratore ha avuto un miglioramento di circa l'8% in media. Per chi non avesse molta dimestichezza nel destreggiarsi tra questi numeri e considerando un'inflazione rilevata dell'11,49% nello stesso periodo ci si accorge che il reddito di chi è a carico degli enti previdenziali si è triplicato. Il reddito dei lavoratori si è addirittura praticamente fermato.

Il quadro su pensioni e redditi

Qualora servissero ulteriori conferme si tratta di dati che danno la possibilità di analizzare la situazione sotto vari punti di vista. La prima è che il sistema pensionistico beneficia da sempre di sistemi di tutela che permettono di agganciarsi all'andamento dell'inflazione e allo stesso tempo non risente di quella che è la situazione economica.

Il mancato sviluppo del reddito da lavoro dipendente certifica la difficoltà nella produttività del paese e molto spesso le dichiarazioni effettuate risentono ad esempio dei periodi in cui vengono innescati gli ammortizzatori sociali o meccanismi come tagli di orario o di salario che sono resi necessari per evitare di perdere il posto di lavoro.

E se si considera che il sistema previdenziale si regge sui versamenti contributivi dei lavoratori, non risollevare la situazione economica di chi ha una busta paga attraverso il rilancio della produttività potrebbe mettere a repentaglio anche il dato che oggi vede in crescita il reddito da pensione.