Negli ultimi mesi si sono moltiplicate le promesse di riforma del settore previdenziale, complice anche una campagna elettorale giocata sulla necessità di flessibilizzare l'accesso all'Inps. Ma nonostante le numerose proposte di modifica o cancellazione della legge Fornero, il momento per un'inversione di marcia al riguardo non sembra ancora arrivato. Infatti, mentre la Politica dibatte sulla formazione del prossimo Governo, cominciano a concretizzarsi i nuovi incrementi dovuti all'adeguamento dei criteri di pensionamento rispetto alla speranza di vita.

La nuova circolare Inps e gli incrementi previsti a partire dal 2019

È così che mentre prosegue il dibattito politico, dal prossimo anno cresceranno nuovamente i requisiti di accesso all'Inps. Lo certifica una nuova circolare dell'Inps (di cui vi abbiamo già parlato negli scorsi articoli), con la quale si spiegano gli effetti dell'AdV a partire dal prossimo anno. Per poter sfruttare il prepensionamento anticipato bisognerà maturare almeno 43 anni e 3 mensilità di versamenti (un anno in meno per le donne) indipendentemente dall'età, mentre attualmente è possibile accedere al medesimo meccanismo di quiescenza con 42 anni e 10 mesi di lavoro. Discorso simile per l'accesso alla cosiddetta pensione di vecchiaia, per la quale bastano 20 anni di versamenti.

In questo secondo caso, sarà necessario però aver raggiunto i 67 anni di età, contro gli attuali 66 anni e 7 mesi.

Le misure di anticipo attualmente disponibili

Rispetto allo scenario appena delineato, le misure di flessibilità al momento disponibili restano quelle previste con le predenti Manovre. La nuova quota 41 è infatti destinata ad una parte ristretta della platea dei lavoratori precoci, e lo stesso si può dire per l'APE sociale, che garantisce l'uscita senza oneri a partire dai 63 anni di età.

Il meccanismo di pensionamento anticipato tramite prestito ponte (APE volontaria) consente invece maggiore flessibilità, ma a patto di accettare una penalizzazione sul futuro assegno. Resta la RITA (rendita integrativa anticipata temporanea) dei fondi pensione, che però prevede l'iscrizione in tempi non sospetti ad un fondo di categoria oppure ad un fondo pensione aperto / PIP da parte del lavoratore.

Sulla base di questo scenario, qualcosa di concreto si è certamente fatto, ma sono ancora molti i lavoratori rimasti scoperti da un vero meccanismo di flessibilità in uscita dal lavoro. Un fenomeno che va inevitabilmente anche a parziale discapito dei giovani, costretti ad affrontare le conseguenze del mancato turn over nel mercato del lavoro.

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