Le ultimissime novità al 9 aprile sulla riforma pensioni 2018 arrivano direttamente da Pasquale Tridico del Movimento 5 Stelle, che intervistato a Radio Capital fa chiarezza su quanto potrebbe essere fatto per modificare la Fornero. Sull'abolizione, dice il docente di economia, bisogna essere cauti, meglio procedere verso i coefficienti di usura, di cosa si tratta? Le ultime novità.
Lega e M5S, abolire la Fornero: punto di incontro, ma è davvero possibile?
Tridico e Brambilla sono cauti. Abolire la Fornero, quello che sembrava essere un mantra per M5S e Lega, non pare già più realizzabile, sebbene Salvini e Di Maio continuino a considerarlo un paletto di possibile unione per la salita al Governo.
I tecnici di entrambi gli schieramenti, Brambilla per la Lega, che ha scritto il capitolo previdenziale del Carroccio, e Tridico, scelto come ministro del Welfare da Di Maio se mai ci fosse un Governo 5 Stelle, sono decisamente più cauti sul fronte previdenziale. Il primo ha parlato di uscita flessibile a quota 100 con 64 anni d’età e 36 anni di contributi o di quota 41 con contributivo, il secondo ha proposto i coefficienti di usura.
Riforma pensioni 2018, Tridico: cosi si potrebbe cambiare la Fornero
Un eventuale Governo 5 stelle metterà mano sì alla Fornero, conferma Tridico, unico ministro scelto al momento da Di Maio, ma non andrà verso la sua abolizione. L’economista ha infatti detto che sono allo studio dei criteri, in linea con l’Inps, che permetterebbero l’uscita flessibile dal mercato del lavoro applicando ad ogni lavoratore un coefficiente di usura differente.
Il docente di economia del Lavoro spiega che questo permetterebbe a chi compie mestieri maggiormente pesanti di non lavorare fino a 67 anni. Non si tratterebbe, precisa, solo di ampliare le 15 categorie dei mestieri gravosi, già proposti dal Governo precedente, ma proprio di uno studio che conduca ad una mappatura completa di tutti i lavori.
Aggiunge, poi che alcuni lavoratori potrebbero ritirarsi anche a 60 anni, ecco chi.
In pensione a 60 anni, per M5S possibile, ma per chi?
La pensione a 60 anni sarebbe possibile per quanti, spiega Tridico, abbiano già alle spalle 40 anni di contributi. Dunque per i precoci da un lato parrebbe un vantaggio 40 anni anziché 41 di contributi, dall’altro per molti sarebbe penalizzante Tanti, avendo iniziato da giovanissimi a lavorare, hanno meno di 60 anni e dunque non sarebbero avvantaggiati, ma anzi penalizzati da tale misura.
L’economista spiega altresì che si cercherà di andare anche verso il superamento dell'adeguamento automatico delle soglie pensionistiche all'aspettativa di vita, spiegando che il M5S sta lavorando verso il suo superamento. Solo che l’adv parrebbe solo sospesa, tra le righe, momentaneamente e non per tutti, considerando che nuovamente la controriforma proposta andrebbe nella direzione di applicare coefficienti differenti a lavoratori differenti e dunque adv diverse. Non resta che attendere, anche se crediamo che tale proposta, come quella di Brambilla, Lega, possa alimentare discussioni.