La notizia ormai è largamente diffusa perché la lunga attesa relativa al rinnovo del contratto dei lavoratori della Scuola è davvero finita. Il 19 aprile scorso, con la firma apposta da FLC-CGIL, Uil Scuola, CISL scuola e GILDA, il nuovo contratto è definitivo. Un contratto a validità triennale e retroattiva, valido per il periodo 1° gennaio 2016-31 dicembre 2018. Dopo quasi un decennio di attesa, gli stipendi dei lavoratori torneranno ad aumentare in base al tasso di inflazione. Adesso a docenti, collaboratori scolastici ed assistenti, compresi precari, supplenti e neo pensionati, spettano aumenti di stipendio ed arretrati a partire proprio dal 2016.

Le date

A maggio dovrebbe essere la volta degli arretrati spettanti dal 1° gennaio 2016 al 28 febbraio 2018. Una erogazione che, come riporta l’edizione del 20 aprile del quotidiano “il Sole 24 Ore”, probabilmente verrà attuata tramite un cedolino ad emissione speciale, cioè senza essere inserito nel classico cedolino dello stipendio spettante per il mese di maggio. Sarà con ogni probabilità una erogazione una tantum, con cifre che cambiano in base al profilo del lavoratore e che dovrebbe arrivare massimo a 700 euro. Nel mese successivo, quindi a giugno, arriveranno gli aumenti di stipendio che lo stesso contratto prevede e con decorrenza 1° marzo 2018. In questo caso le cifre dovrebbero oscillare, sempre in base al profilo dei lavoratori, tra 80 e 110 euro cadauno.

Va ricordato che sia per arretrati che per aumenti si parla di cifre lorde.

Come cambia il salario nella scuola

Per gli insegnanti e docenti, quindi per lavoratori come i maestri delle scuole di infanzia o primaria e fino ai docenti universitari, l’aumento medio sarà di 96 euro lordi al mese. Per il gli ATA, cioè il personale tecnico-amministrativo e per i collaboratori scolastici, la busta paga aumenterà di 84,5 euro lordi e medi.

Più nello specifico, l’aumento ha tre voci specifiche inserite per consentire a tutti i lavoratori di rientrare nelle 85 euro di aumento medio che uscirono dopo l’accordo Governo-sindacati. C’è l’aumento di retribuzione tabellare, l’elemento perequativo e la RPD, la retribuzione professionale docenti. Per esempio, un maestro delle scuole di infanzia o delle scuole elementari, si troverà tra i 56 e gli 82 euro di aumento dello stipendio, ma anche 19 euro come elemento perequativo ed una cifra tra i 10,50 e i 15,50 euro come RPD.

Tutto questo allo scopo di concedere un aumento compreso nella forbice che va da 85,50 a 97,70 euro pro capite, sempre lordi. Aumenti questo che non si riferiscono esclusivamente a lavoratori in ruolo, ma che sarà concesso anche a precari e supplenti. Lo stesso trattamento sarà appannaggio degli ex lavoratori della scuola, quelli che sono andati in pensione tra settembre 2016 e settembre 2017 ai quali spetteranno gli arretrati di stipendio per i mesi di servizio che rientrano nel periodo di validità del nuovo contratto.