Con la conferma del no al rinnovo di Snals-Confsal e con la firma di Cgil, Cisl, Uil e Gilda, anche se quest’ultima ha aderito ma con riserva, il nuovo contratto dei lavoratori della Scuola è ufficiale. Adesso bisognerà provvedere ad elargire i nuovi stipendi, naturalmente aumentati nonché gli arretrati spettanti per il periodo 2016-2017 (e parte del 2018). Come riporta un articolo del quotidiano “Il Sole24Ore” di oggi 20 aprile, la partita può considerarsi definitivamente chiusa. Aran e sindacati hanno dato il via libera definitivo al nuovo contratto.

Vediamo cosa cambia e cosa spetta ai lavoratori dal punto di vista dello stipendio.

Arretrati ed aumenti ok, ma non ad aprile

Nelle ultime settimane l’attesa per il caricamento dei cedolini di stipendio per i lavoratori del maxi comparto della scuola era tanta proprio perché ci si chiedeva se mai sarebbero stati caricati già arretrati o aumenti o magari entrambi. Con la definitiva fumata bianca di ieri appare evidente che il mese di aprile non sarà quello in cui docenti e personale Ata troveranno i soldi che gli aspettano. Sempre dal Sole24Ore si dà quasi per certo che il mese di maggio sarà quello in cui questi lavoratori percepiranno gli arretrati riferiti al 2016, 2017 e per i mesi iniziali del 2018.

Cifre di arretrato che diverse in base al profilo del lavoratore e che arriveranno per alcuni alla soglia dei 700 euro. Per quanto concerne il meccanismo, appare probabile l’emissione di un cedolino speciale ed a parte rispetto al classico cedolino mensile di stipendio. Da giugno poi si passerà ai nuovi stipendi, quelli con gli aumenti stabiliti.

Le cifre del nuovo stipendio mensile

L’aumento medio previsto e che avrà decorrenza dal primo marzo, sarà di 96 euro al mese ma lordi. I picchi maggiori, con cifre prossime ai 110 euro saranno caricati ai docenti delle scuole superiori che hanno una lunga carriera alle spalle. Per gli Ata, le cui figure più diffuse sono assistenti tecnici, assistenti amministrativi e collaboratori scolastici, sempre parlando di cifre lorde, gli aumenti previsti saranno in media di 84,50 euro con soglia massima per i più anziani di servizio che si attesterà sui 90 euro.

Più nello specifico, per i docenti Afam (alta formazione artistica e musicale) 105 euro, per i professori delle università 82 euro, ai ricercatori 125 euro. Cifre ancora oggi considerate irrisorie rispetto al decennio circa di blocco del contratto e che probabilmente sono la causa della mancata firma unanime del contratto da parte di tutte le sigle sindacali.

Il nuovo contratto e cosa cambia

Sempre alla voce aumenti di stipendio nelle nuove buste paga, per arrivare alle cifre medie previste come nuovo stipendio, verranno inserite due nuove voci. La prima riguarda le fasce stipendiali più basse e sarà l’elemento perequativo tra i 3 ed i 19 euro. Per i più anziani invece si aggiungerà la voce relativa alla Rpd, la Retribuzione Professionale dei Docenti.

Le cifre di questa voce varieranno in base all’anzianità del docente, entro una forbice che va da euro 10,50 ad euro 15,70. L’aumento e gli arretrati spettano anche ai lavoratori precari della scuola che per la precisione vengono collocati in fascia retributiva da 0 a 8 e pertanto percepiranno lo stesso trattamento dei lavoratori in pianta stabile dello stesso scaglione. Per gli arretrati invece gli aumenti spetteranno anche al personale oggi in pensione e che sono usciti dalla scuola tra il 1° settembre 2016 ed il 1° settembre 2017. Dal punto di vista delle novità concettuali del contratto, nulla cambia per gli orari di lavoro degli insegnanti che restano di 25 ore settimanali nelle scuole dell’infanzia, 22 ore a settimana (ma vanno aggiunte 2 di programmazione) nella scuola primaria e 18 ore negli istituti di istruzione secondaria.

Compare per la prima volta in un contratto scuola il licenziamento immediato per insegnanti colti in comportamenti tipici delle molestie con gli alunni e si torna a parlare di continuità didattica con il ritorno al triennio di vincolo ai trasferimenti per fermare almeno per tre anni un insegnante con gli stessi alunni.