Quali possibilità ci sono di veder applicata la quota 100 e la quota 41 per tutti per garantire la pensione anticipata agevolata per i contribuenti in uscita nei prossimi anni? Ne ha parlato il Presidente dell'Inps, Tito Boeri, nella trasmissione "Mezz'ora in più" di Rai 3 in merito al superamento dei vincoli della riforma Fornero e di adeguamento delle Pensioni (anticipate e di vecchiaia) ai nuovi requisiti in vigore dal 1° gennaio 2019. Il tema delle pensioni è stato molto sentito nelle campagne elettorali delle elezioni 2018 dal M5S di Luigi Di Maio e dalla Lega di Matteo Salvini: tuttavia, garantire una maggiore flessibilità in uscita con meccanismi di pensione anticipata con i soli contributi, ovvero la quota 41 o di somma di contributi ed età, la quota 100, rappresenterebbero, per Boeri, strade impercorribili.

Pensioni anticipate con quota 100 e 41

Sul ritorno al meccanismo delle quote, proprio il Presidente dell'Inps ha obiettato di aver proposto strumenti flessibili di pensione anticipata più fattibili per i conti dello Stato, ben prima dell'introduzione dell'anticipo pensionistico Ape che, proprio in questi giorni, debutta nella versione "volontario". Boeri, infatti, nella trasmissione parla della sua proposta di una maggiore flessibilità di uscita in rapporto alla scelta dei contribuenti: "Ci sono persone che sono altamente produttive e che hanno ancora voglia di lavorare, mentre altre preferiscono uscire da lavoro per svariati motivi. Il sistema contributivo ci dà questa possibilità di uscita per la pensione e di essere maggiormente liberi.

Ma il prezzo da pagare è una pensione più bassa. L'Ape social e l'anticipo pensionistico volontario creano qualche condizione, seppur limitata, di flessibilità delle pensioni. E' chiaro che questo meccanismo non crea un problema di debito pensionistico al pari delle proposte di uscita con quota 41 per tutti e di quota 100 previste dalla pensione anticipata di M5S e Lega".

Proprio il superamento della riforma Fornero è stato il vero punto di unione dei due partiti. Saranno davvero la quota 100 e la quota 41 i primi strumenti che verranno messi in campo da Di Maio e da Salvini per eliminare l'adeguamento automatico dell'età alle uscite per la pensione, in caso di nuovo Governo? E' la domanda che pone Lucia Annunziata e che si fanno anche migliaia di contribuenti prossimi alla pensione.

Flessibilità in uscita per pensione anticipata: Boeri contro quota 100

Sulla pensione anticipata a quota 100 e quota 41 Boeri si dimostra molto scettico. "Se si dovesse davvero abolire la riforma Fornero lo Stato dovrebbe sopportare, nell'immediato, 11 miliardi di euro con cifre che potrebbero salire anche a 15 miliardi, ovvero se il meccanismo delle pensioni dovesse essere incentrato sugli stessi meccanismi previdenziali precedenti alla legge Fornero. Ma il dato più rilevante è che il debito pensionistico, ovvero quello che grava sulle generazioni future, aumenterebbe di circa 85 miliardi. E si creerebbero problemi di iniquità, perché ci sono contribuenti che hanno già pagato per la riforma Fornero, vedendosi allontanare la data di uscita per la pensione anche di sei anni.

Il loro sacrificio andrebbe a vantaggio dei nuovi pensionati dopo appena pochi anni. Pensiamo anche alle donne che sono andate in pensione anticipata con l'opzione donna, ma hanno dovuto accettare tagli molto consistenti dell'assegno della loro pensione".

Quota 100 e quota 41: quanto costa la pensione anticipata?

Costi, sostenibilità e iniquità rappresentano, dunque, tre criteri che fanno propendere Boeri per l'abbandono delle proposte di pensione anticipata con quota 100 e quota 41 a favore di strumenti di flessibilità limitate a determinate categorie di lavoratori. Proprio i costi spaventano maggiormente Boeri: "Le proposte del M5S e della Lega avrebbero un costo addirittura superiore al ritorno ad un meccanismo pensionistico antecedente la riforma Fornero perché si abolirebbero le finestre allora esistenti.

Secondo le stime dell'Inps, infatti, la pensione anticipata a quota 41 e quota 100 costerebbe 105 miliardi di euro in termini di debito pensionistico, da scaricare alle future generazioni. Le proposte di flessibilità al meccanismo contributivo, invece, rappresenterebbero un costo limitato a non più di 4 miliardi annui".