Il prossimo Governo dovrà imboccare la strada della riforma delle Pensioni garantendo età di uscita più basse grazie alla pensione anticipata della quota 100, proposta dal M5S e dalla Lega, ma anche della quota 41 allargata a tutti i contribuenti, non più solo ai precoci e, novità del giorno, anche il ritorno alla quota 98 con possibile uscita a 63 anni di età. E' questa l'analisi fatta da Francesco Cavallaro, Segretario generale della Cisal che, per l'appunto, propone un ritorno ai meccanismi di pensione anticipata vigenti prima della riforma Fornero.
Ovvero, secondo quanto prevedeva la legge Prodi del 2013, l'uscita era garantita alla maturazione dei 63 anni di età in presenza di 35 anni di contributi. Il meccanismo era conosciuto come quota 98, sommando età anagrafica e versamenti all'Inps.
Pensione anticipata, ultime novità oggi su uscita 2018 quota 100, quota 41 e 98
Le proposte lanciate dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega a favore dell'uscita con pensione anticipata a quota 100 e a quota 41 vede favorevole, pertanto, il sindacato guidato da Cavallaro. "E' necessario un'inversione di rotta - ha affermato il Segretario in un'intervista rilasciata al quotidiano economico Italia Oggi - Le misure di pensionamento avvenute a partire dalla riforma Fornero hanno costretto i lavoratori a chiedere prestiti per andare in pensione, a decurtazioni con tanto di interessi, nonostante i contributi pensionistici siano generosi per il Fisco (il 33 per cento delle retribuzioni, oltre all'Irpef)".
Le alternative più discusse negli ultimi mesi sono state proprio la pensione anticipata a quota 100 e quella a quota 41. Ma, c'è chi prevede conseguenze drammatiche per l'Italia nel caso in cui venisse abrogata o modificata la riforma delle pensioni di Fornero. In particolare, la quota 100 e la quota 41 rappresenterebbero misure dispendiose, come ha avvertito il Presidente dell'Inps, Tito Boeri, appena due settimane fa.
Quota 41 e quota 100: quale pensione anticipata per la flessibilità in uscita?
Tuttavia, per Francesco Cavallaro, le strade possibili sono rappresentate proprio dalla quota 100 e dalla pensione anticipata per i precoci, estesa a tutti i contribuenti per almeno 41 anni, ovvero la quota 41. Per il Segretario l'Italia ha imboccato una strada a senso unico, senza uscita.
E' necessaria una maggiore flessibilità in uscita con la pensione anticipata, ma anche ammorbidire le rigide regole europee e della riforma Fornero. "E' ovvio - ha analizzato Cavallaro - che un ritorno ai meccanismi antecedenti la riforma Fornero avrebbero un impatto sull'Erario, soprattutto se si parla di quota 98, di quota 100 o di quota 41. Oppure si potrebbe prevedere un abbassamento del numero degli anni di contributi necessari, rispetto a quelli attuali, per andare in pensione anticipata. "Andando avanti di questo passo - ha concluso il Segretario della Cisal - si va verso la rovina. E' necessario arrivare ad un sistema di pensioni che possa superare le discriminazioni tra i lavoratori del contributivo puro (con versamenti dal 1996) rispetto ai predecessori del retributivo.
Chi ricade nel contributivo, inoltre, non ha nemmeno più il riconoscimento della pensione minima a 507 euro nel caso in cui i contributi assicurino pensioni inferiori. Le conseguenze rovinose di questo sistema sono sotto gli occhi di tutti: gli invalidi prendono pensioni misere di 140 euro mensili e la reversibilità tocca appena gli 84 euro".