Le ultime novità sulle Pensioni aggiornate ad oggi 17 maggio riguardano Opzione Donna e la possibilità di andare in pensione a 57 anni, oltre alla cosiddetta quota 100. L'assist è offerto dalla bozza di contratto definitiva per il nuovo governo a guida M5S e Lega Nord, dove compaiono le due misure sopra indicate all'interno del capitolo relativo al superamento della legge Fornero o - come viene indicato nel documento - "abolizione degli squilibri del sistema previdenziale introdotti dalla riforma delle pensioni". Presente anche la quota 41, il sistema attraverso cui verrà reso disponibile il pensionamento ai lavoratori precoci con 41 anni di contributi.

Pensione Opzione Donna

Nel contratto di governo M5S e Lega Nord occupa una posizione di rilievo la proroga di Opzione Donna. Non viene specificata una data precisa, verosimilmente però dobbiamo attenderci una proroga fino al 31 dicembre 2018. Nel passaggio riferimento al regime sperimentale compare una conferma importante relativa all'età anagrafica, pari a 57-58 anni, e quella relativa agli anni di contributi richiesti, ovvero 35. La pensione anticipata delle donne prevede - ricordiamo - il ricalcolo dell'intero importo previdenziale mediante il sistema contributivo, dunque un taglio dell'assegno pensionistico che può arrivare fino al 30 per cento.

Il testo riferito alla proroga del regime sperimentale OD presente nel documento elaborato dalle due forze politiche vincitrici delle elezioni del 4 marzo è il seguente: "Prorogheremo la misura sperimentale opzione donna che permette - spiega il contratto - alle lavoratrici con 57-58 anni e 35 di contributi di andare in quiescenza subito, optando - ricorda - in toto per il regime contributivo.

Prorogheremo tale misura sperimentale - conclude - utilizzando le risorse disponibili".

Pensione quota 100

Un altro punto fondamentale previsto dalla riforma pensionistica del nuovo esecutivo è l'introduzione della pensione con quota 100. Il nuovo sistema a quote - se si tiene in considerazione anche quota 41 - segna un forte punto di rottura rispetto alla legge Fornero.

I lavoratori potranno andare in pensione raggiunto il valore 100 sommando l'età anagrafica con i contributi. Diversamente dalle indiscrezioni della vigilia, non figura un requisito minimo anagrafico. Ciò significa che dovrebbe decadere l'età minima di 64 anni.

Si tratterebbe, dunque, di una quota 100 pura. Se, ad esempio, un lavoratore ha 58 anni di età e nel contempo 42 di contributi potrà andare in pensione grazie al nuovo provvedimento.

Allo stesso modo chi a 60 anni ha già lavorato per 40 anni e vuole godersi la meritata pensione. Resta da capire in che modo sarà garantita a tutti la possibilità di richiedere il pensionamento con quota 41 e Q100 sulla base dei 5 miliardi di euro stanziati ogni anno per aiutare le categorie ad sfavorite dalla riforma previdenziale varata dal governo tecnico dell'ex premier Mario Monti e che prende il nome dell'allora ministro del Lavoro Elsa Fornero.