Le ultime novità sul comparto previdenziale ad oggi 5 maggio 2018 vedono arrivare un importante traguardo per la petizione lanciata dalla CISL in merito al Trattamento di Fine Servizio, stante che sono state raggiunte e superate le 75mila firme. Dal gruppo Facebook "Pensioni e lavoro" si ribadisce invece l'importanza di avviare una pensione di garanzia per i giovani. Nel frattempo si continua a discutere della consapevolezza dei lavoratori circa il funzionamento del sistema previdenziale, l'entità dei futuri assegni e la possibilità di ottenere una tutela tramite il secondo pilastro.

In merito a quest'ultimo tema, diventa di particolare attualità anche la questione dei fondi sanitari e delle forme di tutela contro il rischio di non autosufficienza. Vediamo insieme tutti i dettagli nel nostro nuovo articolo di approfondimento.

TFS: la petizione CISL raggiunge le 75mila firme

Dai sindacati arriva un importante traguardo per la petizione avviata dalla Cisl in merito al Trattamento di Fine Servizio dei lavoratori pubblici. "Le cause che abbiamo avanzato in tribunale procedono e la nostra petizione ha superato le 75000 sottoscrizioni, numeri che testimoniano l’urgenza di rimettere mano ad una normativa che, con la crisi economica alle spalle, penalizza ingiustificatamente le lavoratrici e i lavoratori pubblici, negando la possibilità di riavere il TFS in tempi dignitosi e in linea con le normative del settore privato”, ha spiegato il Segretario generale della CISL FP Maurizio Petriccioli, commentando il risultato raggiunto.

La petizione è disponibile presso il sito Change.org e chiede di far coincidere i tempi di pagamento del TFS nella PA con quelli del TFR dei lavoratori privati. Una proposta che sarà portata anche all'attenzione del nuovo Governo, se in tal senso non sarà già intervenuta la Corte Costituzionale.

Sistema pensionistico: nella PA in 2 su 10 non sanno come funziona

Il tema della sicurezza previdenziale si lega strettamente con la possibilità di avere un buon tasso di sostituzione in età di vecchiaia e con l'eventuale adesione ad un secondo pilastro, in grado di aiutare a sostenere il reddito quando non si sarà più in età da lavoro.

Su queste considerazioni si abbatte però il risultato di un'indagine condotta dal Fondo Perseo - Sirio, il quale ha registrato dati allarmanti dal punto di vista delle lacune informative. Secondo la ricerca, quattro dipendenti su dieci non sanno come funziona il sistema previdenziale o il futuro calcolo del proprio assegno. Riguardo invece alla possibilità di aderire alla previdenza complementare, solo il 30% ha saputo rispondere con esaustività circa al suo funzionamento, mentre quasi il 50% non ha nemmeno mai sentito parlare del fondo. Una situazione che dovrebbe far riflettere in merito alla necessità di avviare nuove campagne informative a livello sistemico circa il funzionamento del comparto.

D'Achille (Lavoro e Pensioni): auspico pensione di garanzia

L'amministratore del gruppo Facebook "Pensioni e Lavoro: problemi e soluzioni" è tornato a ribadire la necessità di avviare una pensione di garanzia per i giovani lavoratori che risultano inseriti nel sistema contributivo puro. "Questo provvedimento allo studio rientra nella cosiddetta terza fase del pacchetto pensioni che, auspico, verrà ripreso dal prossimo Governo" ha sottolineato Mauro D'Achille. "In pratica, dopo vent'anni di contributi versati la pensione minima erogata ,anche se non maturata, dovrà avere un importo superiore a 600€ aumentabile fino a mille sulla base di ogni anno in più versato". Secondo l'amministratore, la questione assume particolare rilevanza sia per le dinamiche occupazionali giovanili, sia perché nel caso specifico non è più prevista l'integrazione al minimo.

Previdenza complementare e rischio longevità: si punta a sinergia tra secondo pilastro e fondi sanitari

Il progressivo invecchiamento della popolazione sta rilanciando non solo la sfida di un ripensamento del sistema previdenziale, ma anche di quello legato al welfare. Itinerari Previdenziali ha promosso un apposito tavolo al riguardo, centrato sulle "sfide della non autosufficienza", all'interno del quale ha segnalato che nel 2028 si registrerà una popolazione anziana non autosufficiente superiore a 6 milioni di persone. Oltre a ciò, bisognerà anche fare attenzione alla differenza tra aspettativa di vita e aspettativa di vita in buona salute. Quest'ultimo parametro si ferma a 58,2 anni alla nascita, mentre quella senza limiti funzionali a 65 anni corrisponde a 13,7 anni per gli uomini ed a 14,1 anni per le donne.

Per fare fronte a questa situazione non c'è una soluzione univoca, ma un ruolo importante può essere svolto da eventuali assicurazioni contro il rischio di non autosufficienza e dall'adesione a dei fondi sanitari, attraverso la creazione di un ponte con i fondi pensione e garantendo anche in questo caso un regime fiscale incentivante.

Come da nostra prassi, restiamo a disposizione dei lettori qualora desiderino aggiungere un commento nel sito o nella pagina Facebook "Riforma Pensioni e Lavoro" in merito alle ultime novità su lavoro, welfare e previdenza riportate nell'articolo.