Da alcune ore si è scatenata la polemica sul web per quanto riguarda la vicenda di una donna licenziata dal lavoro perchè ammalatasi di tumore. La questione ha avuto sede in quel di Milano, dove una ausiliaria socio-assistenziale di 53 anni è stata cacciata via dal proprio lavoro che svolgeva nel Piccolo Cottolengo Don Orione di Milano. Il centro in questione è di origine religiosa e si occupa di assistenza agli anziani. La stessa istituzione ha giudicato la donna non più capace di svolgere il proprio lavoro in maniera idonea per via della malattia.

Donna denuncia la situazione

Il Sindacato Generale di Base (Sgb) ha reso la faccenda di dominio pubblico ed ha deciso di assistere la donna nella causa da lei indetta per ottenere il reintegro presso il proprio posto di lavoro al Piccolo Cottolengo Don Orione di Milano. La donna coinvolta dalla vicenda prestava servizio presso la struttura da ben 33 anni. Il lavoro in questione prevedeva lo svolgimento di 36 ore settimanali per un compenso mensile di 1.100 euro. Il caso ha destato molto scalpore ed è stato denunciato proprio oggi 1 maggio in cui decorre la festa dei lavoratori. La 53 enne è sposata e con un figlio a carico, motivo per cui la perdita del proprio lavoro è stato un problema non di poco conto.

La dipendente ha scoperto di avere un tumore nel 2013, ma ha comunque deciso di continuare a lavorare nella struttura sopra citata. Il direttore della struttura Pierliugi Ondei però, invia alla donna una lettera di licenziamento.

Il motivo del licenziamento

Il motivo della decisione ricade sul fatto che la dipendente aveva proposto al dirigente l'assegnazione di un compito lavorativo che non richiedeva il sollevamento di pesi superiori a 5 chili.

L'Ats (l'Agenzia di tutela della salute) ha giudicato la donna idonea al lavoro anche se con alcune limitazioni. La dipendente poteva dunque continuare a praticare il suo lavoro svolgendo delle mansioni più leggere rispetto a quelle da lei svolte prima di essere colpita dal tumore. Il proprio datore di lavoro ha però deciso di non ricollocarla in altre mansioni neanche in un diverso istituto.

La donna ha rivelato che altri dipendenti nella sua stessa situazioni sono state spostate allo svolgimento di altre mansione e dunque non gli è chiaro il motivo per cui lei non ha potuto avere la stessa possibilità. Staremo a vedere come si evolverà la vicenda nel corso dei prossimi mesi.