Negli ultimi giorni, le varie Corti d'Appello stanno pubblicando i risultati delle tre prove scritte effettuate dagli aspiranti avvocati lo scorso mese di dicembre, e già si inizia a sentir parlare di ricorrere al Tribunale Amministrativo per contestare la valutazione ottenuta.

Sono passati ben sei mesi, infatti, da quando i giovani laureati in giurisprudenza si sono cimentati nella redazione di due pareri, l'uno di diritto civile e l'altro di diritto penale e in un atto giudiziario: le correzioni hanno richiesto molto tempo, considerando soprattutto l'elevato numero di candidati che hanno sostenuto le prove.

Al fine di garantire la massima imparzialità nella correzione degli scritti, le tre prove non sono state corrette dalla Corte d'Appello del luogo in cui il candidato ha svolto la prova, ma da una Corte d'Appello diversa, stabilita sulla base di un sistema di combinazioni precedentemente elaborato.

I risultati deludenti delle prove scritte

Consultando i risultati ottenuti nelle varie città italiane, si può facilmente notare come, se a Firenze è stato registrata una percentuale molto alta di promossi, la quale si aggira intorno al 70%, lo stesso non si può dire di altre, come Caltanissetta e Napoli, in cui si è raggiunto un vero e proprio record di bocciati: basti pensare che la percentuale di promossi è rispettivamente del 25 e del 33%.

Sono migliaia, dunque, i candidati rimasti delusi dall'esito di tali prove: sicuramente, molti di essi sono stati giustamente bocciati, ma può darsi che altri lo siano stati a causa di un errore della Commissione giudicatrice, che, come già anticipato, si trova a dover leggere e correggere decine di migliaia di compiti.

La possibilità di ricorso al Tar

Coloro che ritengono di essere stati ingiustamente bocciati, possono decidere di proporre un ricorso al Tribunale Amministrativo, affinchè i loro compiti vengano rivalutati.

Ci sono alcuni motivi specifici che giustificano tale ricorso:

  • quando le Commissioni giudicatrici non risultano essere correttamente composte, poichè manca un componente appartenente alle tre categorie previste dalla legge, cioè magistrati, avvocati e docenti universitari;
  • quando non sono state rispettate le operazioni volte a garantire l'anonimato dei compiti;
  • quando gli atti sono stati annullati per asserita copia commessa dall'aspirante avvocato, senza che tale azione sia stata effettivamente provata.

Per poter proporre ricorso sarà innanzitutto necessario un'istanza di accesso agli atti presso la Segreteria della Corte di Appello di appartenenza e compilare l'apposito modello. Dopodichè sarà necessario rivolgersi ad uno studio legale e fornire tutta la documentazione necessaria entro 60 giorni dal provvedimento di inidoneità.