Da diverse città sparse in tutta Italia arrivano denunce da parte di alcuni lavoratori della Scuola in riferimento ad una mancata erogazione dell’indennità di disoccupazione. Infatti come sempre, al termine dell’anno scolastico, cioè il 30 giugno, molti lavoratori precari della scuola, andando a scadenza contratto, presentano l’istanza per percepire la Naspi. In molti casi però le domande risultano respinte per mancato versamento dei contributi ed essendo stipendi pubblici, il fatto è strano e desta non poche preoccupazioni nei confronti dei lavoratori.

I sindacati sono già in allarme, sottolineando come questa sia solo l’ultima beffa per lavoratori che hanno già subito diverse ingiustizie e promesse non mantenute dagli ultimi Governi.

Niente disoccupazione

Un lavoratore precario della scuola, come qualsiasi altro lavoratore a termine, cioè senza contratto in pianta stabile, utilizza la Naspi per avere reddito nei mesi di vuoto di contratto. La mancata fruizione di questo sussidio per disoccupati è evidente che metta in difficoltà questi precari. Le segnalazioni non hanno una specifica matrice regionale, perché come riporta il noto sito di settore 'orizzontescuola.it', ci sono casi un pò in tutto lo 'Stivale'. Difficoltà nel vedersi riconosciuta la Naspi nei tempi e nei modi previsti dalla normativa vigente ed in molti casi addirittura domande respinte dall’Inps.

Il motivo con cui si giustifica l’Inps in alcuni casi è addirittura la mancanza dei versamenti dei contributi a nome dei precari richiedenti la Naspi. Mancati versamenti che in molti casi partono dal mese di settembre del 2017 e che portano alle reiezioni delle domande per mancata anzianità di servizio. Altre segnalazioni invece indicano assenza di contributi da gennaio 2018 che comporterebbe una drastica riduzione delle somme erogate ai beneficiari della Naspi.

Come funziona il sussidio

La Naspi viene erogata a chi perde involontariamente il proprio lavoro, quindi per licenziamento, dimissioni per giusta causa o per scadenza del contratto di lavoro. La misura è appannaggio di lavoratori dipendenti del settore privato, apprendisti ed anche dei lavoratori con contratti a termine delle Pubbliche Amministrazioni, precari della scuola compresi.

Servono almeno 13 settimane di contributi versati nel quadriennio precedente il 2018 ed almeno 30 giornate di lavoro coperto da contribuzione quest’anno. Anche gli importi si basano sulla media delle retribuzioni utili ai fini previdenziali del quadriennio di osservazione. Lo stesso vale per la durata, visto che può essere concessa per la metà delle settimane effettivamente lavorate sempre nei 4 anni precedenti.

Cosa succede adesso

I coordinamenti dei lavoratori precari sono in agitazione e chiedono incontri con gli uffici territoriali. L’Inps intanto sembra abbia promesso un riesame delle istanze bocciate o con erogazioni non conformi a quelle davvero spettanti. USB scuola, nota sigla sindacale del Comparto ha già dichiarato di non essere soddisfatta della risposta dell’Inps che tra le altre cose è dislocata troppo in là nel tempo.

Infatti secondo l’Istituto, il riesame delle istanze dovrebbe iniziare a data da destinarsi, cioè quando il MEF (Ministero di Economia e Finanze) deciderà di disporre delle cifre spettanti. Un problema serio che si collega a mesi e mesi di stipendi pagati in ritardo agli stessi precari. Senza considerare le ripetute e mai mantenute promesse della politica circa la stabilizzazione di questi lavoratori. questo lo sfogo di USB scuola che è tornato a chiedere un incontro al neo ministro Bussetti. Per il sindacato, che sta raccogliendo le istanze dei lavoratori per portarle al Ministro, non si può togliere anche il diritto alla Naspi a questi lavoratori. Le responsabilità del MEF sono evidenti, perché come riporta un altro sito di settore, 'latecnicadellascuola.it', l’Inps ha confermato come i contributi siano stati versati regolarmente, ma il Ministero non ha effettuato la canonica comunicazione all’Istituto, con la quale si agganciano i contributi ai codici fiscali dei lavoratori.

Alcune sedi territoriali dell’Inps, tra le quali quella di Bologna ha trovato una soluzione tampone, ma non certo soddisfacente per i lavoratori. Infatti la Naspi per questi precari che si trovano senza la contribuzione utile alla Naspi, si vedranno corrispondere il sussidio per un solo giorno ed in via provvisoria, con la promessa di erogare il resto man mano che il MEF trasferirà all’Inps i contributi.