Il Presidente dell'Inps, Tito Boeri, è tornato a dire la sua sulle proposte quota 100 e 41 pensate dal nuovo Governo per superare la riforma Fornero. A suo avviso, le due misure, senza paletti, ossia secondo le promesse di Salvini e Di Maio in campagna elettorale, saranno insostenibili per le casse statali e, dunque, irrealizzabili. Se non venissero posti paletti anagrafici, spiega Boeri, il costo sarebbe di oltre 20 miliardi l’anno e dove “li prenderanno i soldi?' si chiede il Presidente dell’Inps. I dettagli e le ragioni del 'no alla quota 100 e 41 per tutti'.

Pensioni anticipate, costi esosi: quota 100 e 41 non potranno essere per tutti

Non ha alcun dubbio Tito Boeri facendo una valutazione sulle misure su cui starebbe puntando l’attenzione il nuovo Governo. Se davvero - lascia intendere il Presidente dell’Inps - lo scopo fosse quello di accontentare l’elettorato, occorrerebbero moltissime risorse. Solo per concedere la quota 100 servirebbero 20 miliardi all'anno se la si intendesse come somma di età anagrafica e contributiva: concedendo la quota 41 per tutti, poi, ci sarebbe un flusso di denaro in uscita molto elevato. Difficile da sostenere economicamente. Poi il Presidente dell’Inps ha spiegato che il problema, in primis, sta nelle risorse. Dove li trovano i soldi, ha tuonato nelle sue ultime dichiarazioni, pensando poi ai giovani: “Ma lo sanno che ogni abbassamento dell’età pensionabile riduce l’occupazione perché il lavoro costa di più?

Chi pagherà le Pensioni ai giovani?”.

Nei giorni scorsi, nel suo resoconto sulle stime Inps al Parlamento, Boeri aveva ipotizzato 4 possibili combinazioni di uscita anticipata, ed effettivamente la più conveniente sarebbe quella di associare la quota 100, solo se con limite dai 64 ani d’età e 36 di contributi, all'attuale pensione di anzianità contributiva vigente, ossia 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.

Il cui dispendio si attesterebbe sui 4 miliardi nel 2019 che salirebbero al doppio nel 2028. Mentre tutte le altre ipotesi, specie quelli esenti dai limiti anagrafici, sono risultate davvero troppo costose - spiega Boeri - per la tenuta del sistema previdenziale.

Dopo le stime di Boeri sui costi, non mancano le reazioni sui social

Le persone, sui social network, iniziano a dividersi tra quanti concordano con le stime di Boeri, definendole realistiche più che pessimistiche e quanti sperano, invece, che si stia sbagliando, attendendo con fiducia la legge di Bilancio. Mauro d’Achille, amministratore del gruppo 'Lavoro e pensioni: problemi e soluzioni', ha aperto la discussione su questo fronte: “Boeri ribadisce quali sono i costi delle varie proposte finora accennate dall'esecutivo, evidenziando l'insostenibilità di quanto promesso in campagna elettorale. Salvini ne chiede le dimissioni, seppur il contratto di Boeri scadrà a febbraio: perché lo contraddice oppure perché ha dato cifre sbagliate?”.

Poi, in conclusione, scrive quello che in parte pensano la maggior parte dei lavoratori, che non vedono l’ora si chiarisca il tutto: “La risposta la si avrà a ottobre quando nell'impianto della legge finanziaria leggeremo le proposte definitive del governo sul pacchetto pensioni".