Tito Boeri ha illustrato gli ipotetici costi della pensione anticipata quota 100 e 41. Dal momento che nessuno ha ancora parlato chiaramente dei possibili scenari futuri, il Presidente dell’Inps ha pensato di lavorare su più fronti, pensando a differenti combinazioni, dato che lo stesso Luigi Di Maio ha detto che il Governo sta valutando le possibili combinazioni. Vediamo dunque quanto costerebbe la controriforma pensionistica.

Pensioni: cosa accadrebbe dal 2019 con quota 100? Le 4 ipotesi dell'Inps

I costi di quota 100 e 41 (fa presente l’Inps per bocca di Boeri) varierebbero tra i 4 e 14 miliardi, a seconda appunto delle varie combinazioni che verranno scelte dal Governo per metterle in atto.

L’Inps ha pensato agli effetti economici che le misure di uscita anticipata potrebbero causare nell'arco dei prossimi 10 anni se dal 2019 fossero approvate. La relazione di Tito Boeri è stata presentata in Parlamento i primi di luglio. Dalle tabelle caricate sul sito web dell’istituto di previdenza sociale si può vedere cosa accadrebbe di anno in anno sia in termini di costi sia nel numero di persone in ‘uscita‘ dal mondo del lavoro. Sono stati ipotizzati 4 scenari, dal momento che allo stato attuale non esiste nessuna proposta normativa formale.

Nel primo caso l’Inps ha stimato che per ripristinare la quota 41 per tutti e la quota 100 dai 64 anni e 35 di contributi nel 2019 occorrerebbero già 11.6 miliardi di euro e rispetto all'attuale legge Fornero uscirebbero con le 2 'misure' circa 596 mila persone in più a fine anno.

Solo intorno al 2030 gli oneri andrebbero a scendere per trasformarsi in risparmi a partire dal 2040.

La seconda opzione immagina uno sbarramento a 65 anni che comporterebbe un esborso per lo Stato nell'immediato di 10.3 miliardi. Terza ipotesi, via limiti anagrafici per quota 41 e quota 100: ma i costi lievitano. La terza ipotesi infatti prevede la quota 41 e la quota 100 per tutti senza limiti anagrafici e 101 per gli autonomi, che farebbe lievitare i costi a 14.4 miliardi in partenza per poi arrivare a 21 miliardi nel 2028.

Gli assegni in più sarebbero 751 mila nel 2019 e la modifica normativa comporterebbe un onere complessivo pari a circa il 6% rispetto al Pil (Prodotto interno lordo) previsto per l’anno 2018.

Oppure quota 100 con 64 anni + 43 anni e 3 mesi. Quest'ultima alternativa sarebbe l’introduzione della quota 100 con il paletto anagrafico dai 64 anni e il mantenimento e dunque in alternativa all'anzianità contributiva pari a 43 anni e 3 mesi uomini e 1 in meno per le donne. Il primo anno si spenderebbero già 4,6 miliardi per arrivare a 8 nel 2028.