In pensione con quota 100 dal 2019, questa una ipotesi che potrebbe divenire realtà. Questo si evince nel sentire le parole di Matteo Salvini che ripetutamente spinge per un immediato ingresso della novità nel panorama normativo nostrano. Quota 100 dunque sarà probabilmente, coperture finanziarie permettendo, la prima misura varata del pacchetto Pensioni inserito nel contratto di Governo Lega-M5S. Un primo passo verso lo sbandierato obiettivo di cancellare la riforma Fornero. L’obiettivo, come riporta il Sole 24 Ore è sempre lo stesso, cioè inserire la misura nella Legge di Stabilità di cui si inizierà a parlare ad ottobre.

A chi si rivolgerebbe la misura

La quota 100 per tutti che circolava in campagna elettorale si è presto scontrata con la realtà della spesa pubblica e delle coperture finanziarie. La misura per evidenti questioni di pochezza delle dotazioni economiche in mano al Governo, nascerebbe, secondo le indiscrezioni, solo per chi ha compiuto 64 anni di età. Per queste persone quindi, sarà necessario completare 36 anni di versamenti contributivi, quasi tutti derivanti da lavoro. Infatti, sempre per gli stessi motivi di copertura delle misure, i contributi figurativi da disoccupazione, malattia o cassa integrazione potranno essere massimo 2 anni. Solo la contribuzione figurativa da maternità o da servizio militare potrebbe essere sempre valida.

La platea dei quota 100

Il meccanismo della quota 100 consiste nell'uscita anticipata dal lavoro quando contributi versati ed età anagrafica sommati danno 100. Intervenuto a diversi programmi televisivi, tra i quali Porta a Porta su Rai Uno, Salvini ha cercato di chiarire i potenziali beneficiari della misura che sta diventando sempre più un suo cavallo di battaglia.

La quota 100 sarà appannaggio dei lavoratori dipendenti del settore sia pubblico che privato ed anche dei lavoratori autonomi. La prima platea di interessati da quota 100 saranno i nati nel 1955, quelli che la stampa chiama baby boomers. Secondo i dati dell’osservatorio Inps, gli attivi, cioè coloro che versano contributi oggi e che sono nati nel 1955 sarebbero oltre 300mila euro, perché ai 200mila circa tra autonomi e lavoratori dipendneti, si devono aggiungere gli statali.

Di questi, naturalmente non tutti matureranno i 36 anni di contribuzione richiesta, ma numericamente si ha chiaro il quadro di quanto potrebbe costare la misura allo Stato. Ecco perché come conferma Salvini, la misura parallela, cioè quota 41, l’altra grande novità su cui lavora l’Esecutivo, non potrà partire subito. La nuova pensione di anzianità con 41 anni di lavoro sarà preparata successivamente.