Proprio mentre il governo stava varando il "decreto dignità", una sentenza della Corte di Appello di Salerno ha stabilito il licenziamento di una maestra elementare quarantenne in possesso del solo diploma magistrale (e dunque senza laurea). È il primo caso in Italia ed è la prima conseguenza della sentenza emessa dal Consiglio di Stato sui diplomati che, quindi, non potranno più accedere alle graduatorie che fino a poco tempo fa davano diritto a una cattedra.

La gioia del posto fisso

Solo l'anno scorso, su Fb, C.I., la maestra salernitana licenziata aveva scritto, felice: "Non ci posso credere: finalmente sono di ruolo!".

La sua gioia, però, è durata davvero poco: giusto il tempo di concludere il primo anno d'insegnamento in una scuola elementare di Giffoni Valle Piana (comune di in provincia di Salerno). Qualche giorno fa, infatti, ha ricevuto dalla direzione scolastica provinciale la lettera di licenziamento.

Ora, l'insegnante, detiene un record veramente poco invidiabile: è la prima "vittima" della sentenza del Consiglio di Stato che ha sancito: "al fine dell'assunzione a tempo indeterminato, il diploma magistrale non può essere ritenuto un titolo valido".

Ritorno alla precarietà

Nel caso di C.I., la Corte d’Appello di Salerno — su ricorso del ministero dell’Istruzione — ha stabilito che l’immissione in ruolo era da considerarsi "contra legem".

L'insegnante, ora, dovrà dire addio al posto fisso e fare nuovamente i conti con la precarietà. Pazienza se, in tanti anni d'insegnamento, ha ottenuto specializzazioni e acquisito punteggi anche in scuole private.

La docente, amareggiata e delusa, si è limitata a sfogarsi "Ma in che Paese viviamo?" e a chiedere aiuto al suo avvocato, Marta Borghese, lavorista di Vallo della Lucania, attualmente legale Cisl-Scuola.

L'appello dell'avvocato

Borghese, che segue decine di maestre nella stessa situazione di C.I., si è detta preoccupata: "Ora, la sentenza si abbatterà come una mannaia su migliaia di insegnanti italiani. Sicuramente gli uffici scolastici la applicheranno anche in altri casi simili. Il Governo deve intervenire subito o queste persone perderanno il lavoro".

L'avvocato, ha fatto poi fatto appello al Ministro dell'istruzione, Marco Bussetti: "Deve mettere fine ad una situazione assolutamente paradossale e non degna di un paese civile. Un titolo abilitativo o è valido o non lo è!"

Non bisogna poi dimenticare che i docenti, oltre ad essere a rischio di licenziamento, potranno perdere anche la possibilità di essere inseriti nella «Gae», la graduatoria ad esaurimento, che, in parole povere, dà diritto al posto fisso. Inoltre, queste maestre, e questi maestri, dovranno anche domandare il reinserimento nelle graduatorie di seconda fascia (ed ottenere, al massimo, supplenze di poche settimane).

Ricorrere in Cassazione, ha sottolineato infine l'avvocato, in questo caso è altamente sconsigliato: sarebbe una procedura costosa che, in considerazione delle ultime riforme, non porterebbe risultati concreti. Si potrebbe provare a portare il caso all'attenzione della Corte europea di Giustizia, ma l’iter sarebbe molto lungo.