Quanto costerà la riforma delle Pensioni tramite la quota 100? Al momento ancora nessuno sa dirlo con certezza, anche perché lo stesso Governo sembra stia ancora completando tutte le simulazioni del caso. La questione però non è da sottovalutare, perché proprio su questo punto si giocherà la riuscita dell'operazione. Tenendo a mente questo presupposto, è facile capire perché in queste ore si stanno moltiplicando le dichiarazioni e le prese di posizione in merito al provvedimento di pensionamento anticipato che sarà inserito all'interno della prossima legge di bilancio 2019.
A partire dalla stessa Elsa Fornero, che vede i costi dell'operazione in salita.
Fornero: la riforma tramite la quota 100 può costare più di 5 miliardi
Una risposta in merito ai costi reali dell'operazione quota 100 ha voluta darla anche l'ex Ministro del Lavoro Elsa Fornero, che porta la firma sulla precedente riforma del settore. Intervenendo sulla questione durante un'intervista rilasciata a Radio Cusano Campus, la professoressa punta il dito contro le promesse avanzate dalla maggioranza giallo verde, spiegando che tutto è possibile e non ci sono "scelte obbligate", ma la questione resta sempre la tenuta dei conti. "Se si vuole Quota 100 la si può anche fare" evidenzia l'ex Ministro, ribadendo però che bisognerà trovare "i 5 miliardi, dicono loro, anche se io credo che i costi saranno maggiori".
Soldi che per Elsa Fornero non sono disponibili, a meno di non voler tagliare sull'istruzione o sulla sanità. Una possibilità che però "non credo sia opportuna" ha spiegato l'ex Ministro, ricordando che "non esistono cose gratis".
D'Achille (Pensioni e Lavoro): con la flat tax nuovi rischi sul welfare
"Uno dei provvedimenti certi che saranno attuati dal governo sarà la flat tax al 15% per le partite IVA con fatturato fino a 100.000€.Sembrerebbe che non abbia nulla a che vedere con le pensioni, ma così non è".
Lo evidenzia Mauro D'Achille, gestore del gruppo Facebook "Lavoro e Pensioni: problemi e soluzioni". Secondo l'amministratore, all'interno della misura ricadranno non solo le finte partite Iva, ma anche "coloro che già evadevano prima", perché "adesso pur di restare entro i centomila saranno ulteriormente incentivati ad evadere Iva e Irpef".
Una situazione che può destare preoccupazione se si pensa che il welfare è finanziato anche tramite il prelievo sui redditi, oltre che quello contributivo. Ma anche in quest'ultimo caso bisognerà tenere in considerazione che i dipendenti a tempo parziale costretti ad aprire la partita iva vedranno scendere il proprio livello contributivo dal 33 al 25%.
Il Premier Conte e la dimenticanza delle pensioni sulla Manovra
Nella giornata di oggi il Premier Giuseppe Conte è stato intervistato dal Corriere delle Sera, parlando delle prossime riforme da attuare all'interno della legge di bilancio 2019. Purtroppo in diversi hanno notato che non vi è stato alcun riferimento alle opzioni di anticipo pensionistico che verranno inserite all'interno della Manovra.
Secondo il Presidente del Consiglio, il Governo è pronto ad effettuare interventi importanti in autunno sul "sistema fiscale ed il reddito di cittadinanza", senza quindi fare riferimento alla flessibilità previdenziale. Una "dimenticanza" che non significa certamente l'esclusione di un intervento sul sistema pensionistico, ma che ribadisce come il superamento della legge Fornero rappresenta un obiettivo di medio e lungo termine, quindi difficilmente realizzabile interamente entro la fine dell'anno.
Come da nostra prassi, restiamo a disposizione dei lettori qualora desiderino aggiungere un commento nel sito o nella pagina Facebook "Riforma Pensioni e Lavoro" in merito alle ultime novità su welfare e previdenza riportate nell'articolo.