Nelle ultime settimane le attenzioni dei pensionandi sono tutte incentrate sulla quota 100, che per molti, se fosse libera dai paletti anagrafici, potrebbe davvero divenire la misura perfetta per anticipare l’uscita dal mercato del lavoro. Peccato che le ultime dichiarazioni di Alberto Brambilla, esperto previdenziale della Lega, rilasciate a Labitalia, vadano nell'opposta direzione, confermando che la quota 100 sarà dai 64 anni.

Pensioni, il fondo esuberi associato alla quota 100: le ultime novità da Brambilla (Lega)

Brambilla (Presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali) ha esposto nella sua ultima intervista rilasciata a Labitalia la 'ricetta' di riforma delle Pensioni verso cui potrebbe propendere l’esecutivo ormai in vista della legge di bilancio.

Si tratta non solo di confermare la quota 100 dai 64 anni e 36 di contributi, con assegno contributivo dal '96 e al massimo 2 anni figurativi per raggiungere quota 100; ma di una nuova misura che andrebbe a completare la riforma, ovvero il fondo esuberi. Una misura, spiega Brambilla, a costo zero per la collettività, che servirebbe a garantire una possibilità di uscita anticipata a quanti non sono né precoci e né donne, un fondo esuberi di categoria, completamente finanziato da imprese e lavoratori (che ad esempio per la categoria dei bancari è già attivo e funziona dal 2000 con successo avendo già accompagnato alla pensione 62.000 lavoratori). Il fondo esuberi sarebbe il sostituto dell’Ape sociale in quanto consentirebbe a quanti sono in condizioni di maggior disagio di poter uscire prima dal mondo del lavoro per accedere alla sospirata quiescenza.

Unica differenza rispetto all'Ape è che non sarà l’Inps a scegliere e decidere chi potrà beneficiarne o meno, ma l’azienda di concerto con i sindacati.

Riforma delle pensioni, un fondo esuberi al posto di Ape sociale

Questa potrebbe essere la mossa del Governo per rispondere alle numerosissime critiche giunte dall'opposizione - Damiano in primis - e dai sindacati, che hanno fatto notare quanto la quota 100 dai 64 anni potesse essere gravosa (se l’Ape sociale non fosse stata rinnovata) per tutte quelle categorie maggiormente disagiate che ora potevano uscire dai 63 anni con assegno pieno a carico dello Stato.

Brambilla dal canto suo è convinto che grazie alla quota 100 e al fondo esuberi “risolviamo il 90% dei problemi delle persone”. Inoltre Brambilla, senza specificare quali, precisa che vi saranno sconti a carico dei precoci e delle donne con figli.